Affitti New York: sfratti bloccati, ma il problema è solo rimandato

La pandemia fa precipitare l'emergenza affitti a New York, con un milione di persone a rischio sfratto. Il governatore Andrew Cuomo ha firmato una nuova moratoria, ma secondo molti il problema è stato solo rimandato: gli attivisti chiedono la cancellazione degli affitti, mentre i proprietari puntano su aiuti federali

da New York, Stati Uniti

A New York City gli affitti hanno sempre toccato cifre da capogiro: parliamo di 3.000 dollari per un monolocale a Brooklyn, che possono raggiungere e superare i 5.000 dollari avvicinandosi a Manhattan. Durante la pandemia da coronavirus, quando più di 300 mila persone sono rimaste disoccupate, la situazione è diventata insostenibile.

Secondo le statistiche della società di consulenza Stout, al momento più di 1 milione di cittadini nello Stato di New York è a rischio sfratto e gli affitti non pagati nei mesi marcati dalla pandemia stanno creando perdite per circa 1,8 miliardi di dollari.

A New York Andrew Cuomo congela gli sfratti

Per fronteggiare il problema il governatore Andrew Cuomo ha rilasciato una serie di ordini esecutivi volti a chiudere i tribunali per i casi non essenziali e congelare gli sfratti, impedendo di fatto ai proprietari degli immobili di denunciare gli inquilini che non pagano l’affitto.

Il primo provvedimento di questo tipo è stato attivato a marzo, quando lo Stato si avviava a diventare l’epicentro mondiale della pandemia di nuovo coronavirus. Il 22 giugno, però, i tribunali sono stati riaperti, e le richieste di sfratto che erano state messe in pausa hanno ripreso ad arrivare.

«Le misure messe in atto durante i primi mesi della pandemia sono diventate sempre più deboli. A partire da giugno abbiamo visto un aumento nei casi di sfratto e a ottobre gli inquilini impossibilitati a pagare l’affitto non avevano quasi più protezioni legali», dice a Osservatorio Diritti Marika Dias, direttrice del progetto Safety Net presso lo Urban Justice Center di New York.

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New York – Foto: Pixabay

Affitti New York: la relazione tra sfratti e coronavirus

Nel frattempo, ogni giorno gli Stati Uniti registrano centinaia di migliaia di casi di Covid-19, e i reparti di terapia intensiva hanno cominciato a riempirsi nuovamente anche a New York, dopo un periodo di relativo contenimento nei mesi estivi. Se rimanere senza abitazione rappresenta una situazione drammatica in qualunque circostanza, nel corso di un’emergenza sanitaria le difficoltà si moltiplicano.

Uno studio pubblicato sul Journal of Urban Health dimostra come gli sfratti mettano a rischio i cittadini più deboli, che si ritrovano a vivere in ambienti sovrappopolati, dove il distanziamento sociale o i periodi di isolamento sono utopie e i servizi igienici sono spesso carenti. Molti dei cittadini che perdono l’alloggio hanno difficoltà ad accedere anche ad altri servizi fondamentali, come l’assicurazione medica.

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Affitti garantiti fino a maggio: il nuovo scudo anti-sfratti

Il 28 dicembre Cuomo ha firmato quella che è stata definita come una nuova “moratoria sugli sfratti”, bloccando i procedimenti in corso per 60 giorni e proibendo l’avvio di nuove procedure legali almeno fino al prossimo primo maggio.

Il programma mira a constrastare gli effetti della povertà: per accedere al programma, gli inquilini dovranno dichiarare di trovarsi in una situazione di difficoltà economica causata dalla pandemia in corso. Al provvedimento si aggiungono 1,3 miliardi di aiuti federali destinati alla città di New York per gestire l’emergenza abitativa, parte di un pacchetto ben più ampio da 25 miliardi di dollari.

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New York – Foto: Pixabay

Il problema casa è solo rinviato

La legge approvata dallo Stato di New York è stata definita come una delle più complete di tutti gli Stati Uniti, ma gli attivisti per il diritti alla casa e all’alloggio hanno espresso dubbi sulla sua reale efficacia.

«La moratoria è una vittoria per gli inquilini, ma non è il provvedimento universale che ci aspettavamo. Si limita a posticipare il problema, senza risolverlo», ha detto Dias. La norma, infatti, non cancella gli arretrati: al momento una persona che non riesce a pagare l’affitto non può essere sfrattata, ma entro maggio dovrà comunque saldare i propri debiti con il proprietario di casa.

La proposta: cancellazione totale degli affitti

Secondo Dias, l’unica soluzione realmente efficace consisterebbe nella cancellazione totale degli affitti dovuti nel periodo di emergenza sanitaria. Questa idea, rappresentata dal movimento Cancel Rent, è diventata estremamente popolare in tutti gli Stati Uniti già nella prima metà del 2020 e ha trovato supporto in diversi rappresentanti politici, come la deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez o la senatrice di New York Julia Salazar. Fino ad ora, però, non è mai stata messa in pratica a causa degli enormi costi e delle preoccupazioni avanzate dai proprietari degli immobili, che vedrebbero svanire le loro entrate.

«La moratoria è un passo nella giusta direzione, ma sono convinto che sia comunque necessario cancellare gli affitti», ha detto Adolfo Abreu, candidato per il consiglio comunale di New York in un quartiere del Bronx. «Molti cittadini non sono in grado di pagare, hanno arretrati per migliaia di dollari e lo Stato si aspetta che in qualche modo i debiti vengano saldati».

Abreu spera che l’ultima moratoria firmata da Cuomo, in scadenza a maggio, dia ai regolatori il tempo di trovare soluzioni più radicali e comprensive. Nel frattempo, però, i proprietari degli immobili non hanno intenzione di rimanere a guardare.

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New York – Foto: Pixabay

La posizione degli immobiliaristi

«Siamo coscienti dei rischi che uno sfratto potrebbe rappresentare dal punto di vista sanitario, nel mezzo di una pandemia […] ma lo sfratto è l’unica procedura disponibile per risolvere le controversie legali e trovare un accordo tra le due parti», ha detto Michael Johnson, direttore della comunicazione per il Community Housing Improvement Program (Chip). L’associazione rappresenta 4.000 immobiliaristi proprietari di più di 400 mila abitazioni ad affitto stabilizzato nei cinque quartieri di New York.

La soluzione proposta dal Chip chiede al governo statale di pagare gli affitti arretrati, in modo da non pesare eccessivamente sugli inquilini in difficoltà ma non causare, allo stesso tempo, perdite per i locatari. «I fondi stanno arrivando e ci aspettiamo che aumentino una volta che Joe Biden diventerà presidente», ha detto Johnson.

A New York City, tra giugno e novembre 2020 sono state presentate 28.490 domande di sfratto, meno della metà rispetto alla media degli scorsi anni registrata in questa area degli Stati Uniti. Anche se al momento i casi sono bloccati, non è certo cosa succederà una volta scaduta la moratoria: «Stiamo vivendo un momento di calma prima della tempesta», dice Dias. «Quando i tribunali riapriranno, i proprietari ricominceranno con le denunce e vedremo un enorme aumento nei casi di sfratto».

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