Kombinat, il “cuore” inquinato della Russia nel film di Gabriel Tejedor

Le storie della comunità che ruota intorno alle ciminiere della Mmk, l'enorme complesso metallurgico della Kombinat. Vite divise tra ricerca di lavoro e di salute, in uno dei più grandi poli industriali dell'ex Unione Sovietica. Parte da qui Kombinat, l'ultimo documentario di Gabriel Tejedor

Nel cuore della Russia, la città di Magnitogorsk ospita uno dei più grandi stabilimenti della Magnitogorskiy Metallurgicheskiy Kombinat, abbreviata in Mmk, storico complesso di acciaierie che dà lavoro alla maggior parte della popolazione. Attorno alle vecchie ciminiere si intrecciano in Kombinat, film di Gabriel Tejedor, le storie di chi vive in questo storico polo industriale dell’ex Unione Sovietica. Uno dei più grandi in Russia e anche dei più inquinati.

Presentato nelle giornate della 7a edizione del Film Festival Diritti Umani Lugano, dal 14 al 18 Ottobre 2020, il documentario è anche stato inserito all’interno della 51ma edizione di Visions du Réel.

 

Kombinat: il trailer del film di Gabriel Tejedor

Di che cosa parla il film Kombinat: la trama

La vicenda della Mmk ricorda le vicende a noi tristemente note e vicine dell’Ilva di Taranto. Come nel capoluogo pugliese, anche nella città di Magnitogorsk i racconti delle persone che vi abitano intrecciano gratitudine per questa potente fabbrica, dalla quale dipende il lavoro e dunque il sostentamento di molti, con sentimenti di rabbia e voglia di fuggire. Specie quando ci si ammala a causa dell’inquinamento dell’acqua e dell’aria, causato dalle ciminiere dell’impianto metallurgico (leggi anche Inquinamento ambientale: ecco cosa succede alla nostra salute).

Lena, Sasha e Guenia sono i protagonisti di questa storia. Lena insegna salsa, ma anche i suoi corsi esistono grazie ai fondi per l’intrattenimento dei lavoratori voluti dalla Mmk.

Sasha, operaio siderurgico, adora ballare e frequenta queste lezioni per dimenticare di trovarsi in un luogo malsano e isolato, parecchio distante dall’atmosfera caraibica che ama tanto.

Guenia, suo fratello, è invece più lucido: ha deciso con la moglie di lasciare la città, dal momento che l’inquinamento e l’aria insalubre sono probabilmente tra le cause della disabilità della loro figlia.

A modo loro, tutti i protagonisti del film, davanti alla macchina da presa di Gabriel Tejedor, sembrano domandarsi chi sono, che cosa li trattenga a Magnitogorsk o da dove provenga la loro voglia di scappare. Kombinat è un racconto umano di una nuova generazione di lavoratori e di giovani russi, le cui condizioni di vita scontato l’eredità sovietica tanto quanto il nuovo capitalismo di Stato.

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Un’immagine dal film: gli stabilimenti della Kombinat a Magnitogorsk

Kombinat: nel film storie di lavoratori in Russia

Gabriel Tejedor ha dichiarato che, quando è arrivato nei luoghi che poi sono diventati il suo set, è stato inizialmente attratto dagli scenari fantascientifici e distopici. All’inizio voleva catalizzare la sua attenzione sull’acciaio e sui metalli prodotti dalla Mmk, presenti ovunque in città. Ma poi ha cambiato idea e ha deviato la sua attenzione dai tubi, dalle ciminiere e dalle nuvole di polvere alla gente che vi abita.

Tra queste architetture colossali, in perfetto stile sovietico, le persone sembrano ancora più piccole e le loro storie rischiano di perdersi. Gabriel Tejedor vuole evitare che ciò accada e raccoglie ogni dettaglio. È affascinato da una salsa ballata in mezzo alla Russia, dalle contraddizioni degli uomini e delle donne che racconta, dal loro complicatissimo rapporto con la Kombinat.

Da un lato la loro intera esistenza dipende da questa industria, che procura loro non solo il lavoro ma anche svago e intrattenimento: proprio come la scuola di danza in cui lavora Lena e che frequenta Sasha. Dall’altra parte l’acciaieria è responsabile dell’inquinamento atmosferico e idrico che causa morte, tumori e disabilità cognitive come quella della figlia di Guenia.

Il regista Gabriel Tejedor e le ex repubbliche sovietiche

Gabriel Tejedor, filmaker svizzero, è ormai un grande conoscitore della Russia e delle ex repubbliche sovietiche. Dopo aver raccontato nel precedente film, Mayskaya Street, la quotidianità di un piccolo villaggio bielorusso durante la campagna elettorale per Alexander Lukashenko, ripete qualcosa di simile in Kombinat.

Mentre documenta la preparazione del saggio di danza che Lena e la sua scuola stanno mettendo in scena per l’importante Festa dei lavoratori dell’Acciaio, Tejedor viene introdotto nelle vite di queste persone che gli rivelano sogni, passioni e speranze.

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La locandina di Kombinat, film di Gabriel Tejedor

Inquinamento ambientale: le acciaierie di Magnitogorsk

Magnitogorsk, situata sul lato sud-orientale dei monti Urali, è la porta della Russia verso l’Asia. Soprannominata “cuore d’acciaio della madrepatria”, è la più grande produttrice di ferro e acciaio dell’Unione Sovietica sin dai tempi della seconda Guerra mondiale. Celebrata da Stalin per il suo sforzo bellico – la maggior parte dei carri armati dell’Urss era realizzata proprio con i materiali della Kombinat – Magnitogorsk è anche tristemente famosa per essere destinazione di chi veniva mandato ai lavori forzati (ne parla anche Alexander Solzenicyn nel suo Arcipelago Gulag).

Sin dalla prima metà del Novecento, le industrie della zona non si limitavano a dare lavoro alla popolazione ma procuravano loro alloggi, servizi sociali, scuole e intrattenimento (cinema e teatro inclusi). Esiste quindi una grande continuità tra i problemi che questi territori affrontano nel presente, ma che già esistevano in epoca sovietica. Ancora oggi la produzione dell’acciaio è centrale nella storia e nella vita della città russa: ogni famiglia ha almeno un membro che lavora o ha lavorato negli stabilimenti della Mmk e persino la squadra di hockey di Magnitogorsk si chiama Metallurg.

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Sebbene faccia parte in modo indissolubile della storia di queste regioni, l’industria metallurgica resta una delle più impattanti per l’ambiente. Da anni gli ambientalisti denunciano che milioni di metri cubi di acque industriali vengono pompati nel fiume Ural, inquinandolo irreversibilmente con prodotti chimici.

Nel 2015 il servizio statale di statistica russo ha classificato Magnitogorsk come la terza città più inquinata della Russia segnalando che il livello di benzopirene nell’aria è 23 volte la quantità consentita. Il benzopirene è un agente cancerogeno che gli studi dimostrano essere strettamente collegato al cancro ai polmoni.

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Una scena dal documentario Kombinat di Gabriel Tejedor

Kombinat: le denunce della popolazione

In risposta agli studi e alle denunce dei gruppi ambientalisti, i portavoce delle industrie metallurgiche ci tengono a rispondere che stanno facendo del loro meglio per ridurre l’impatto ambientale e che le condizioni sono notevolmente migliorate negli ultimi anni.

Nel 2016 una polemica ha coinvolto anche Leonardo Di Caprio: dopo aver ripostato su Instagram una foto di National Geographic che ritraeva i pescatori sul ghiaccio di fronte ai fumi delle ciminiere delle acciaierie, l’attore si è visto rispondere dal governatore Boris Dubrovsky (tra gli ex dirigenti di Mmk) che la foto era vecchia.

Nel frattempo aumentano anche le testimonianze degli abitanti, che ricordano ogni inverno distese di neve nera per la polvere e riportano una grande incidenza di malattie, soprattutto nei bambini e negli adolescenti.

1 Commento
  1. Evgenia dice

    Bravo! Grazie mille per la Sua ricerca. Questa pubblicazione … Tutti i fatti sono veri in modo assoluto. I problemi ecologici sono chiave nella nostra regione. La politica locale è piagata da politici corrotti. I politici locali fanno niente di niente per resolvere i problemi. Il ex capo del governo della regione (Boris Dubrovsky) adesso nasconde dalla giustizia nella Svizzera. Ora i suoi complici rispondono delle proprie azioni e delle azioni di quello ragazzo in tribunale. Ma a che serve? )) La situazione e davvero grave. Noi (I cittadini) ci sono trovati a dover lottare per ogni pezzo verde in nostra citta.

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