Elezioni Africa: Guinea e Costa d’Avorio rischiano violenze e presidenti a vita

Nelle prossime due settimane ci sarà un nuovo giro di elezioni presidenziali in Africa, dove i cittadini di Guinea e Costa d'Avorio sono chiamati alle urne. Ma sullo sfondo c'è la paura di violenti scontri post elettorali e il rischio di ritrovarsi con presidenti che hanno forzato la mano per potersi ripresentare ancora una volta

da Ouagadougou, Burkina Faso

Nello spazio di quindici giorni la Guinea e la Costa d’Avorio vanno alle urne per eleggere il nuovo presidente. In entrambi i paesi dell’Africa Occidentale il rischio che la tornata elettorale sia macchiata dalle violenze è altissimo.

Elezioni in Africa: si comincia con la Guinea

Il 18 ottobre Alpha Condé, 82 anni, cercherà di tornare per la terza volta alla guida della Guinea. La costituzione prevede il limite di due mandati, ma una contestata riforma approvata a marzo ne aumenta la durata da 5 a 6 anni. Una modifica che ha permesso all’anziano capo di stato di sentirsi legittimato ad azzerare il contatore e ricandidarsi.

A ottobre 2019, l’annuncio del progetto di revisione costituzionale, aveva mobilitato i partiti dell’opposizione e la società civile. Migliaia di persone sono scese in piazza per mesi cercando di bloccare il referendum che ne ha sancito l’adozione.

Leggi anche:
Eritrea in caduta libera sui diritti umani
Ceuta: diritti violati al confine dell’enclave spagnola in Marocco

elezioni africa guinea
Alpha Condé, presidente della Guinea – Foto: © European Union 2018 – European Parliament (via Flickr)

Represse le manifestazioni contro l’aumento dei mandati presidenziali

Le forze di polizia e i militari sono intervenuti per reprimere duramente  le manifestazioni. Secondo un  rapporto di Amnesty International tra ottobre 2019 e luglio 2020 almeno 50 persone avrebbero perso la vita durante le proteste, i feriti sarebbero  oltre 200, una settantina gli arresti arbitrari e le detenzioni in luoghi segreti.

Un bilancio che si appesantisce se si aggiungono le 24 vittime di uno scontro politico a sfondo etnico avvenuto nel nord del paese durante lo scrutinio di marzo, quando si è votato anche per rinnovare il parlamento.

Campagna elettorale in Guinea: pericolo di scontri

«La campagna elettorale à molto polarizzata e c’è un forte rischio che il confronto si trasformi in violenza intercomunitaria», dice a Osservatorio Diritti Gilles Yabi, analista politico e fondatore del think tank Whati con sede a Dakar.

«Il presidente Condé ha fatto affermazioni abbastanza chiare durante un comizio nella sua regione d’origine, sostenendo di essere l’unica scelta possibile». Alpha Condé ha alzato ancora i toni in un altro appello ai suoi sostenitori: «Queste non sono semplici elezioni, è come se fossimo in guerra», ha affermato esprimendosi, abbastanza inusualmente in malinké, la lingua di una delle due principali comunità del paese (l’altra sono i peul da cui proviene il candidato capo fila dell’opposizione, Cellou Dalein Diallo).

Iscriviti alla newsletter di Osservatorio Diritti
osservatorio diritti newsletter

Costa d’Avorio: alle elezioni il presidente Ouattara cerca il 3° mandato

Nella vicina Costa d’Avorio, dove si vota il 31 ottobre, il copione è molto simile. Il presidente uscente Alassane Ouattara, 78 anni, si era detto disposto a lasciare al termine del secondo mandato e aveva candidato il primo ministro Amadou Gon Coulibaly alla sua successione.

A luglio, però, Coulibaly è morto per un attacco cardiaco e ad agosto «Ado», come è spesso chiamato, ha dichiarato che «cause di forza maggiore» lo costringevano al «sacrificio» di ripresentarsi.

Leggi anche:
Albini africani, in Malawi uccisi e usati nella stregoneria
Togo, dove essere donne significa avere meno diritti

elezioni africa 2020
Alassane Ouattara, detto Ado, nei manifesti in Costa d’Avorio – Foto: Maxence Peniguet/RNW Media (via Flickr)

L’annuncio è stato accolto da proteste, scontri e atti di vandalismo ad Abidjan, capitale economica del paese, e in altre località provocando almeno 14 morti.

Il 14 settembre il consiglio costituzionale ha ammesso la candidatura di Ouattara, sostenendo che la riforma della costituzione approvata nel 2016, mentre il presidente era in carica, ha dato vita a una nuova repubblica e quindi il contatore dei mandati (anche in questo caso) era azzerato.

Suo rivale sarà un altro ex presidente, Henri Konan Bédié, 86 anni. Il consiglio ha rigettato, invece, altre 40 candidature, tra le quali quelle di Guillaume Soro e Laurent Gbagbo, principali oppositori di Ouattara.

Leggi anche:
Cambiamenti climatici in Africa: problemi ambientali e sociali devastanti
Terrorismo nel Sahel: abusi delle forze armate contro i civili

elezioni africa costa d'avorio
Alassane Ouattara, presidente della Costa d’Avorio – Foto: Présidence de la République du Bénin (via Flickr)

Elezioni Africa: rischio conflitto post elettorale in Guinea e Costa d’Avorio

Gbagbo al potere dal 2000 a dicembre 2010 aveva perso le elezioni, ma si era rifiutato di accettarne l’esito e riconoscere la vittoria di Ouattara. Ne è seguito un conflitto che ha tenuto  in scacco il paese fino ad aprile 2011: oltre 3.000 persone sono morte, 150 donne sono state stuprate, un milione di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case.

Gbagbo è finito sotto processo per crimini contro l’umanità alla Corte penale internazionale dell’Aja, insieme a un suo ex ministro, ma è stato assolto a gennaio 2019. Dopo aver ottenuto la libertà vigilata ha chiesto di rientrare in Costa d’Avorio, ma la questione è spinosa e Gbagbo è ancora in Belgio.

Dopo la decisione del consiglio costituzionale, visto che sono a rischio anche importanti diritti civili, a settembre l’opposizione ha fatto appello alla «disobbedienza civile», la tensione nel paese resta molto alta, tanto che l’International crisis group, organizzazione che analizza le situazioni di conflitto, ha fatto appello per un rinvio del voto.

Il motivo? «Le misure di sicurezza messe in atto dalle autorità hanno momentaneamente ristabilito la calma nel paese, ma la disputa tra governo e opposizione rende improbabile che si svolgano elezioni pacifiche, i cui risultati sarebbero accettati da tutti. Questa tornata elettorale doveva essere l’occasione per chiudere con il passato e lasciare spazio a una nuova generazione. Al contrario, si confronteranno gli uomini che sono stati al centro delle crisi per un quarto di secolo», aggiunge l’organizzazione sottolineando un paradosso che accomuna la Costa d’Avorio alla Guinea.

Entrambi sono paesi giovanissimi, dove oltre un terzo della popolazione ha tra i 15 e i 34 anni, ma i candidati alla presidenza sono degli ottantenni.

«Quello che sta accadendo è il sintomo che nei due paesi le prime conquiste democratiche non si sono ancora sufficientemente consolidate», conclude Yabi.

«La Guinea ha una lunga storia di colpi di stato, Alpha Condé è il primo presidente eletto dall’indipendenza. La storia recente della Costa d’Avorio dimostra che l’alternanza al potere non è ancora un fatto acquisito. Questo per la debolezza delle istituzioni, ma anche per la difficoltà della società civile a mobilizzarsi».

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.