Tutela dei diritti umani: in Italia manca ancora un’istituzione nazionale

I paesi europei che non si sono dotati di un'istituzione nazionale per i diritti umani sono appena cinque: Italia, Repubblica Ceca, Estonia, Malta e Romania. Una mancanza grave, come spiega a Osservatorio Diritti il ministro plenipotenziario e presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani, Fabrizio Petri

In Italia manca ancora un’istituzione nazionale per i diritti umani, un organo che avrebbe dovuto nascere una trentina d’anni fa. E che adesso è anche scomparso dall’agenda politica. Una situazione che si trascina da tempo e che è stata messa nero su bianco anche nell’ultimo rapporto dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali.

Quando i Principi di Parigi alla base delle istituzioni furono formulati nel 1991, in Italia c’era un progetto di legge in parlamento per l’istituzione di un’agenzia nazionale dei diritti umani e c’era un organo temporaneo, la Commissione Italiana sui Diritti dell’Uomo, istituito negli anni ’80 con mandato limitato.

Il nostro paese ha sempre espresso esplicito sostegno all’Agenda 2030 per Sviluppo sostenibile e si è impegnato a creare un’istituzione fra 2014 e 2019. Questo ha portato negli anni a diversi tentativi di adottare una legge istitutiva. Tuttavia, per il mandato 2019-2021, il governo non ha più fatto alcun riferimento alla questione.

Autorità Garanti: chi tutela i diritti umani in Italia

Se l’adozione di un’istituzione riconosciuta richiede un grosso impegno e uno sforzo politico, esistono in compenso circa 15 organi fra comitati, osservatori, garanti e commissioni che detengono diversi mandati e coprono una varietà di questioni relative ai diritti.

In questo senso, esiste un ampio sistema istituzionale a tutela dei diritti umani, a livello sia nazionale sia locale, grazie all’esistenza delle figure delle Autorità Garanti. Nello specifico, tra le altre, si ricordano il Garante per l’infanzia e l’adolescenza e il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.

Leggi anche:
Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: ignorate quattro sentenze su dieci
Il Grande gioco dei diritti umani: 5 sfide e 100 quiz per imparare divertendosi

tutela dei diritti umani in italia
Filomena Albano, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza – Foto: Pluralenet (via Wikimedia Commons)

Le ricadute sulla società civile e il richiamo dell’Onu

«Ovviamente il fatto che l’Italia non si sia dotata a oggi di un’istituzione viene regolarmente sottolineato non solo a livello nazionale dalla società civile, ma anche da organizzazioni internazionali quali, in primis, le Nazioni Unite», dice a Osservatorio Diritti Fabrizio Petri, ministro plenipotenziario e presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani (Cidu).

«Nel Terzo Ciclo della Revisione Periodica Universale, che si è concluso a marzo 2020, l’Italia ha infatti ricevuto 45 raccomandazioni relative alla necessità di creare un’istituzione nazionale per i diritti umani, tutte accettate dal nostro Paese. È molto importante, pertanto, che l’Italia si doti di una simile Istituzione. Inoltre, e soprattutto, va ricordato che l’esistenza di un’istituzione contribuisce a una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini sui mezzi a loro disposizione a tutela dei diritti umani».

Leggi anche:
Diritti umani in Italia: all’Onu piovono raccomandazioni sui diritti violati
Diritti umani: istituzioni internazionali «umiliate» da superpotenze

tutela dei diritti umani nel diritto internazionale
Consiglio dei diritti umani (UN Photo/Jean-Marc Ferré)

Tutela dei diritti umani nel diritto internazionale: cosa sono e come nascono le istituzione nazionali

L’idea di creare delle istituzioni nazionali per i diritti umani è stata concepita per la prima volta all’indomani della seconda guerra mondiale. Nel 1946, il Consiglio economico e sociale considerò la questione delle istituzioni nazionali, due anni prima che la Dichiarazione universale dei diritti umani diventasse lo standard comune.

Negli anni successivi, la Commissione per i diritti umani insieme all’Assemblea generale ha steso le prime linee guida per la struttura e il funzionamento delle istituzioni, invitando tutti gli stati a prendere le misure appropriate per fonderle.

Il primo seminario internazionale sulle istituzioni nazionali per i diritti umani si è svolto a Parigi nel 1991, risultato nei Principi di Parigi relativi allo status delle istituzioni nazionali. Dalla Conferenza mondiale di Vienna nel 1993, i Principi di Parigi sono ampiamente accettati come test di legittimità e credibilità di un’istituzione.

Oggi ci sono ben 124 istituzioni nazionali che operano in tutto il mondo, 79 delle quali sono accreditate dalla Alleanza globale delle istituzioni nazionali per i diritti umani nel pieno rispetto dei Principi di Parigi.

Iscriviti alla newsletter di Osservatorio Diritti
osservatorio diritti newsletter

Tutela dei diritti umani nell’Unione europea: servono istituzioni nazionali forti

Secondo il rapporto dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali, che esamina  l’importanza delle istituzioni nazionali nella promozione e protezione dei diritti umani sia a livello nazionale che dell’Unione europea, queste dovrebbero avere un ruolo più rilevante.

Dato che la parte preponderante del diritto nazionale è influenzata direttamente o indirettamente dal diritto europeo, le stesse istituzioni risultano limitate rispetto a quello che potrebbero fare.

«L’esistenza di istituzioni nazionali forti, efficaci e indipendenti in tutti gli Stati membri dell’Ue è una condizione preliminare per realizzare il loro pieno potenziale nel contesto dell’Ue», si legge nel rapporto.

L’Agenzia riassume in sei passaggi gli sforzi che si dovrebbero compiere per modificare la situazione: introdurre istituzioni nazionali conformi ai principi di Parigi in tutti gli Stati membri dell’Ue; rafforzare il ruolo delle istituzioni nazionali nell’Ue, il monitoraggio fondamentale e indipendente dei diritti; rendere le istituzioni più efficaci e sicure; rendere le istituzioni indipendenti; creare istituzioni capaci di riflettere le diversità e un ambiente favorevole ai diritti umani; infine, fornire le istituzioni di risorse adeguate.

Durante i 10 anni trascorsi da quando l’Agenzia ha pubblicato la sua prima relazione, il numero di istituzioni nazionali conformi ai Principi di Parigi è passato da nove a 16, tra gli attuali 27 stati membri dell’Unione europea. Altri sei paesi hanno istituzioni nazionali che non sono completamente conformi ai principi.

Restano soltanto cinque paesi che non dispongono di un’istituzione: Italia, come detto, Repubblica Ceca, Estonia, Malta e Romania.

Leggi anche:
Documentari sui diritti umani: i migliori film da vedere in streaming 
Dichiarazione universale dei diritti umani: 30 domande per conoscerla giocando

tutela dei diritti umani nell'unione europea
Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite – Foto: Maina Kiai (via Flickr)

Il Comitato interministeriale per i diritti umani in Italia

Il Comitato interministeriale per i diritti umani rientra tra quelli definiti dalle Nazioni Unite come i National Mechanisms for Reporting and Follow-up (Meccanismi nazionali di segnalazione e monitoraggio, Nmrf) ed è responsabile di predisporre i rapporti periodici o ad hoc che l’Italia ha l’obbligo di presentare agli organi delle organizzazioni internazionali competenti in materia di diritti umani e di monitorare l’adeguamento della normativa italiana agli obblighi previsti dalle convenzioni di cui è parte.

«In alcune materie specifiche, come “Donne Pace e Sicurezza”, o “Impresa e Diritti Umani“, abbiamo anche adottato Piani d’Azione Nazionale», dice Petri. «Agiamo inoltre attraverso seminari, conferenze e altri eventi di sensibilizzazione, sovente organizzati assieme alla società civile, al mondo accademico o ad altre istituzioni».

«Non va dimenticato che, più in generale, l’attività delle Nmrf rientra nel percorso di rafforzamento della Rule of Law (Stato di diritto, ndr) globale. Istituzioni come il Cidu possono dare infatti un importante contributo in tal senso, giacché con la loro azione favoriscono una applicazione sempre più vasta e approfondita nei singoli paesi delle convenzioni internazionali in tema di diritti umani».

Leggi anche:
Peacekeeping: servono più donne nelle operazioni Onu per la pace

In attesa di una legge sul tema dell’istituzione nazionale per i diritti umani in Italia

Sullo specifico tema della creazione di un’istituzione nazionale per i diritti umani, il Cidu ha organizzato e partecipato dall’inizio della presente legislatura a vari seminari di sensibilizzazione, in particolare con l’Università di Trento e con il Cespi.

Anche nel corso delle audizioni che, come presidente del Cidu, svolge regolarmente presso le Commissioni per i diritti umani di Camera e Senato, Petri ricorda spesso l’importanza di dotarsi di un’istituzione.

«Sicuramente il passo fondamentale è l’adozione di una legge ordinaria che abbia l’obiettivo di stabilire una istituzione nazionale per i diritti umani secondo quanto previsto dai Principi di Parigi», conclude Petri. «In Parlamento vi sono proposte di legge in merito già in discussione presso la Camera dei deputati».

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.