Effetto coronavirus: milioni di bambini colpiti da fame o costretti a sposarsi
I redditi delle famiglie precipitano nel mondo per la pandemia e milioni di bambini sono costretti a lavorare, chiedere l’elemosina o a sposarsi da piccoli. Lo denuncia l'ultimo report di World Vision, che indaga l’impatto del nuovo coronavirus in Asia, Africa e America Latina
Sono almeno 110 milioni i bambini che soffrono fame e malnutrizione nella sola Asia, mentre il numero di famiglie che potrebbero non aver più accesso a scorte alimentari a causa del coronavirus è cresciuto fino a 85 milioni.
L’allarme arriva dal report Out of time (qui il Pdf), stilato dalla World Vision International e pubblicato lo scorso 7 luglio. Che sottolinea come la ricaduta socio-economica del Covid-19 stia intensificando ovunque nel mondo la lotta quotidiana per la sopravvivenza di famiglie, bambini e persone vulnerabili.
La pandemia, inoltre, ha sferrato un doppio colpo a migranti, sfollati e persone in cerca di asilo, già colpiti da insicurezza alimentare e malnutrizione a causa delle guerre e dei cambiamenti climatici in corso.
Le restrizioni ai movimenti causate dal Covid-19 stanno poi acutizzando le minacce derivanti dai conflitti in corso, dai sistemi igienico sanitari non adeguati e minano pericolosamente i mezzi di sussistenza della popolazione. Molte famiglie non sono più in grado di garantire riparo e cibo ai propri figli, dai quali sono spesso costretti a separarsi a causa degli sfratti sempre più frequenti. La maggior parte delle risorse economiche messe da parte dalla popolazione sono inoltre state spese per le medicine e per l’alimentazione durante i periodi di blocco imposti dagli stati per fronteggiare l’emergenza sanitaria.
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Coronavirus, economia e povertà: i numeri del report
L’indagine sul campo della World Vision ha riguardato più di 14 mila famiglie in Asia, oltre 2.400 piccoli imprenditori nell’Africa subsahariana e oltre 360 migranti provenienti dal Venezuela in sette Paesi dell’America Latina, per un totale di circa 26 mila interviste in 24 Paesi. Senza misure immediate volte a proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione, gli obiettivi di sviluppo sostenibile perseguiti dalla comunità internazionale potrebbero essere irrimediabilmente compromessi.
«Nella sola Asia sono otto milioni i bambini costretti a lavorare, a chiedere l’elemosina o – nel caso delle bambine – a sposarsi, poiché la pandemia porta le famiglie alla povertà. I genitori semplicemente non possono più permettersi di comprare cibo».
Lo ha dichiarato Graham Strong, amministratore delegato della World Vision. «Il lavoro minorile e il matrimonio minorile sono forme di schiavitù. Per fermare l’aumento di queste risposte catastrofiche alla pandemia, le famiglie devono ottenere ciò di cui hanno bisogno», avverte Graham. Le famiglie più colpite dagli effetti economici della pandemia sono infatti quelle che già dipendevano in diverse misure dagli aiuti umanitari, i cui rifornimenti sono diminuiti in questi ultimi mesi a causa dei vari lockdown.
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Effetto Coronavirus: il dramma dei migranti venezuelani
Circa l’84% dei migranti venezuelani intervistati dalla World Vision in vari Paesi dell’America Latina, tra cui Brasile, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador e Perù, ha lamentato un calo significativo delle entrate economiche in questi ultimi mesi. L’aggravarsi della crisi economica, con cui i migranti venezuelani convivono ormai da anni, ha portato a una netta diminuzione del cibo a disposizione. Il risultato è che almeno un bambino migrante venezuelano su tre in questo momento sta soffrendo la fame e rischia la malnutrizione.
«Senza un’azione urgente rischiamo un’escalation delle condizioni di estrema povertà e fame come non si vedeva da decenni», ha affermato Strong. «È indispensabile rafforzare la risposta a livello globale, perché l’emergenza Covid-19 non è finita finché non è finita per tutti».
Secondo i dati dell’Unhcr sono più di 4,5 milioni i venezuelani che hanno abbandonato le proprie case a causa dell’aumento delle pressioni sociali ed economiche nel loro Paese, compresi più di 650 mila richiedenti asilo.
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Effetto Coronavirus sui bambini: l’allarme dell’Onu
I dati raccolti dalla World Vision confermano le proiezioni effettuate anche da altre agenzie internazionali su quello che potrebbe essere l’impatto socio-economico della pandemia. Secondo l’ultima stima effettuata dalle Nazioni Unite, e pubblicata lo scorso 15 aprile, sarebbero tra i 42 e i 66 milioni i bambini che potrebbero trovarsi in condizioni di estrema povertà come diretto risultato di questi mesi di emergenza sanitaria. Questi numeri vanno ad aggiungersi ai 386 milioni di bambini che nel 2019 si trovavano già in situazioni di estrema indigenza.
«I bambini non sono il volto di questa pandemia. Ma rischiano di esserne le principali vittime. Mentre fino a oggi la loro salute è stata nella maggior parte dei casi risparmiata dagli effetti diretti del Covid-19, la crisi sta già avendo ripercussioni profonde sul loro benessere», si legge nel report delle Nazioni Unite. Che continua così: «Tutti i bambini e le bambine, di tutte le età e nella maggior parte dei Paesi colpiti dalla pandemia stanno subendo dagli effetti socio-economici della crisi. Si tratta di una crisi universale e per molti minori l’impatto durerà per tutta la loro vita».
Le principali criticità individuate dall’Onu riguardano la chiusura e la sospensione temporanea delle scuole in 188 Paesi, misura che ha colpito oltre 1,5 miliardi di minori. I potenziali danni causati da questa interruzione dell’apprendimento per il capitale umano delle future generazioni sono attualmente difficili da calcolare.
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Al momento più di due terzi dei Paesi hanno introdotto l’apprendimento a distanza, ma tra i Paesi a basso reddito la quota di chi può accedere a questo tipo di insegnamento è solo del 30%. Il divario tecnologico, infatti, isola digitalmente quasi un terzo dei giovani del mondo.
Altro campanello d’allarme è costituito dalla mortalità infantile. La crisi economica globale potrebbe infatti portare alla morte di migliaia di minori nel 2020, invertendo così i progressi nella riduzione della mortalità infantile degli ultimi 3 anni. Infine i rischi per la salute mentale dei minori, molti dei quali vivono già in situazioni di estrema indigenza o conflitto, con un notevole aumento della situazioni di violenza e abusi.
«Se non vengono intraprese azioni immediate, dovremo affrontare devastanti perdite di vite umane, di salute e di produttività nelle generazioni future. La corretta nutrizione di oggi determinerà la durata delle conseguenze del Covid-19 sui bambini, per mesi, anni o addirittura decenni», ha dichiarato Lauren Landis, direttrice della Nutrizione del World Food Programme delle Nazioni Unite.