L’estate più bella: in un film il diritto alle vacanze delle persone con disabilità

Il documentario di Gianni Vukaj "L'estate più bella" presenta un gruppo di "rivoluzionari" che negli anni Settanta decise che anche le persone con disabilità avevano il diritto di andare in vacanza nelle spiagge più famose d'Italia, i lidi della Versilia. E di vivere un’estate indimenticabile

Se si pensa che fino agli anni Settanta le persone con disabilità trascorrevano le loro vacanze nelle “colonie”, in località più defilate, nascoste agli occhi degli altri bagnanti, la storia raccontata dal documentario L’estate più bella appare come una conquista epocale.

Tra il 1968 e il 1971, anni di cambiamenti in tutto il mondo, una delle spiagge più famose di Italia si accinge a ospitare una rivoluzione dalle conseguenze non meno significative: per la prima volta, un gruppo di ragazzi con disabilità approda a Forte dei Marmi.

Diretto da Gianni Vukaj, scritto insieme a Beatrice Bernacchi e prodotto da Tv2000, il film è una delle tre opere presentate in prima nazionale al Festival dei Diritti Umani 2020  (edizione che si è tenuta interamente tenuta in live streaming) e proposte in collaborazione con il Film Festival dei Diritti Umani di Lugano.

Anche quest’anno Osservatorio Diritti è stato tra i media partner dell’evento e ha coordinato, fino a quando è stato possibile farlo, il progetto “A scuola di diritti umani”, una serie di incontri con gli studenti di alcune scuole superiori di Milano e dintorni pensati per favorire la diffusione della cultura dei diritti umani tra le nuove generazioni.

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Il trailer del documentario L’estate più bella

Di cosa parla il documentario L’estate più bella

All’inizio degli anni Settanta vedere in spiaggia persone con disabilità era quasi impossibile: soprattutto nelle spiagge più frequentate dagli italiani, come quelle della Versilia. Poco più di cinquant’anni fa, le persone con disabilità trascorrevano le loro vacanze nelle colonie, lontane dagli occhi dei “normali”. Ma cosa c’è di più normale, di più universale delle motivazioni che spingono migliaia di persone, ogni estate, ad andare al mare?

Località come Forte dei Marmi si sono impresse con decisione nell’immaginario vacanziero del nostro paese, complice anche il cinema: non molto distante dai luoghi in cui si svolge L’estate più bella, nel 1962 Dino Risi dirigeva Il Sorpasso: film simbolo del boom economico, che ha consacrato il mito delle vacanze degli italiani.

Il documentario di Gianni Vukaj racconta di quel gruppo di “rivoluzionari” che, non molti anni dopo il cult di Risi, ha deciso che anche i ragazzi con disabilità avessero il diritto di andare in vacanza in una delle spiagge più famose di Italia: da Pistoia, sono così partiti per i lidi della Versilia, per un’estate indimenticabile. Da allora, questa esperienza si ripete ogni anno: perché la strada per trasformare le località più “esclusive” in inclusive è ancora lunga.

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Una scena dal film “L’estate più bella”

Il diritto alle vacanze delle persone con disabilità

Sin dai poetici titoli di testa, L’estate più bella si caratterizza con un omaggio alla stagione più bella dell’anno, l’estate, che chiunque ha il diritto di vivere a pieno tra divertimenti, mare, compagnia e amici. Parlare di diritto alle vacanze può fare sorridere, ma non poi così tanto se si pensa alle vacanze come inclusione, integrazione, dignità e svago per le persone con disabilità e per le loro famiglie.

Le interviste, divertenti ma anche toccanti, dei protagonisti del documentario L’estate più bella includono i genitori di ieri, i genitori di oggi, le persone con disabilità che sono invecchiate e quelle che oggi sono giovani e altrettanto desiderosi che arrivi l’estate per andare al mare.

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Aneddoti come quello di Foschino, che dopo essersi perso in spiaggia è ritornato in hotel su una Ferrari Testarossa (che sembra uscito davvero dalla sceneggiatura di un film della commedia anni Sessanta) o la storia dello “scandaloso” bikini di Barbara, diventato un costume intero nelle fotografie pubblicate sulle riviste dell’epoca.

Alle testimonianze si alternano le fotografie e i classici “filmini delle vacanze”, autentica documentazione di quanto poco basti, a livello umano, per far sì che una vacanza riesca alla perfezione. Ma anche di quanto ancora debba essere fatto, in termini di logistica, comunicazione, linguaggio e cultura, per garantire alle  persone con disabilità il diritto alle vacanze.

Il tema racchiude al suo interno tanti singoli argomenti, tutti ugualmente importanti: l’esposizione pubblica del corpo del “diverso”, l’accessibilità degli spazi per le persone con disabilità, la necessità umana di interazione e inclusione.

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I titoli di testa del film L’estate più bella

Spiagge e disabilità: la Toscana è in cima

L’estate più bella racconta una storia che si svolge in Versilia. La Toscana è, insieme all’Emilia Romagna, la regione italiana che mostra più attenzione all’accessibilità delle spiagge per le persone con disabilità.

Tra i requisiti ritenuti indispensabili affinchè una spiaggia sia idonea a ospitare persone con disabilità ci sono la presenza di parcheggi adiacenti allo stabilimento balneare, percorsi pedonali verso lo stabilimento, accesso a tutti i servizi dello stabilimento (reception, spiaggia, servizi igienici, docce, aree attrezzate, spogliatoio, etc.), sistema di orientamento specifico per persone non vedenti o ipovedenti.

Sempre più spiagge si stanno attrezzando non solo sui servizi principali, ma anche sulle aree gioco, sugli ausili e dispositivi per nuotare. Il tema, tuttavia, non è legato solo alla mobilità ma anche alle iniziative di integrazione che promuovono il coinvolgimento delle persone con tutti i tipi di disabilità. L’inclusione, inoltre, riguarda non solo le persone con disabilità e le loro famiglie, ma la sensibilizzazione di tutti i bagnanti a un utilizzo consapevole delle spiagge e a un esercizio culturale.

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