Persone non vedenti in piazza per rivendicare i propri diritti
Un gruppo di persone non vedenti a Marrakesh, in Marocco, ha bloccato Mohammed V Street, a due passi dalla centralissima piazza Jemaa El-Fna. Si sono incatenati e cosparsi di benzina per rivendicare i loro diritti. «Non abbiamo nulla. Viviamo una vita non degna»
da Marrakech, Marocco
Nel Marocco che cresce non c’è spazio per i diritti delle persone con disabilità. Sabato 25 gennaio un gruppo di non vedenti, una quindicina in tutto, ha bloccato Mohammed V Street, una delle strade principali della città di Marrakech, posta di fronte alla Moschea della Koutoubia, a due passi dalla piazza Jemaa El-Fna. Quel giorno Marrakech era piena di turisti. Ben di più del consueto, perché la domenica seguente era in programma la maratona internazionale con 13 mila partecipanti provenienti da tutto il mondo.
I manifestanti, tra loro anche due donne, hanno cominciato a chiedere il rispetto dei propri diritti civili intonando slogan del tipo: «Meglio morire che vivere in questo modo». Si sono incatenati e cosparsi di benzina, minacciando di darsi fuoco. Volevano parlare con un rappresentante del governo.
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La manifestazione delle persone non vedenti: il video
«Viviamo una vita non degna»: la denuncia dei laureati non vedenti
Attorno a loro sono arrivate decine di agenti della Gendarmerie Royale, un mezzo dei vigili del fuoco e un’ambulanza. I manifestanti sono stati circondati e, dopo un’ora, la polizia è intervenuta. Hanno afferrato i manifestanti liberandoli dalle catene e, con modi al limite della violenza, sono stati caricati su un mezzo della protezione civile, che nulla aveva a che fare con un’ambulanza, e portati in ospedale per dei controlli.
Spiega Houssiene del Coordinamento nazionale dei laureati non vedenti in Marocco: «Per fortuna tutto si è risolto per il meglio. È dal 2011 che chiediamo di poter lavorare e poter condurre una vita dignitosa. Non abbiamo nulla. Non abbiamo lavoro, non abbiamo soldi per mangiare. Nonostante le promesse e gli accordi raggiunti, viviamo una vita non degna di essere vissuta». La manifestazione ha avuto scarsissima eco sulla stampa marocchina. Non c’erano media locali a raccontare quel che succedeva e la polizia impediva di fare riprese video.
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Alcuni ragazzi che avevano scattato foto sono stati ripresi in maniera energica dagli uomini in divisa e obbligati a cancellare quel che avevano filmato. «Abbiamo protestato contro il governo perché non vuole applicare la legge nazionale sulle persone con disabilità», continua Houssiene. I ragazzi che hanno partecipato alla manifestazione a Marrakech sono tutti laureati. Hanno postato loro stessi, sulla pagina Facebook del Coordinamento, alcune foto e commenti di quel che è accaduto.
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Nessun diritto per le persone non vedenti in Marocco
Non è la prima volta che protestano pubblicamente. Nel 2019, nella notte tra l’1 e il 2 aprile, in occasione della Giornata nazionale delle persone con disabilità, organizzarono un sit in di protesta che venne represso con la forza. I non vedenti in Marocco stanno vivendo in condizioni difficili, se non impossibili. Non soltanto l’accesso al mondo del lavoro viene negato, ma il governo non concede loro nemmeno una minima indennità.
Dal Coordinamento aggiungono: «Il settore privato non fa alcuno sforzo per poter collocarci ed è per questo che durante le nostre proteste ci rivolgiamo al pubblico. Riteniamo che questa situazione sia responsabilità diretta dello Stato. Abbiamo fatto alcune proposte. Come quella di offrire incentivi alle aziende per assumerci, attraverso delle detrazioni fiscali. Ma ogni nostra idea è stata bocciata».
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Proprio a Marrakech, nel 2013, venne firmato l’accordo per facilitare l’accesso, in alcuni settori pubblici, di non vedenti e ipovedenti. Nel 2016 venne approvata una legge a sostegno di un testo già esistente risalente al 1997, che impone a qualsiasi azienda con più di otto dipendenti di avere una quota del 7% di dipendenti disabili. Sempre nel 2016 un’altra legge aveva annunciato l’organizzazione, ogni anno, di una sorta di bando nel settore pubblico riservato esclusivamente alle persone con disabilità, per garantire loro un accesso minimo all’occupazione. Nulla di tutto questo ha avuto effetti concreti.
Nel 2018 fu organizzato un altro sit in di protesta sul tetto del ministero della Famiglia, della solidarietà e dello sviluppo sociale. Durante la protesta, un manifestante cieco cadde dal tetto e perse la vita. Nelle grandi città e nei villaggi del Marocco è la regola imbattersi negli invalidi che chiedono l’elemosina. Ma per i ciechi la situazione è ancora peggiore.
A confermarlo è lo stesso coordinamento che ha protestato a Marrakech: «Lo Stato non investe nelle attrezzature che per noi diventano indispensabili per poter lavorare. Abbiamo ricevuto risposte del tipo: “Dovendo scegliere preferiamo assumere una persona sulla sedia a rotelle piuttosto che un non vedente”».
E così le proteste continuano, tra l’indifferenza della stampa marocchina. Il Coordinamento non si arrende: «Continueremo a lottare finché non avremo ottenuto una risposta certa. Finché non ci verranno garantiti i nostri diritti per poter, finalmente, vivere in maniera dignitosa. Non chiediamo altro».