Cambiamenti climatici: le conseguenze su salute e ambiente alla Cop25

Tre nuove ricerche presentate alla Conferenza sul clima di Madrid rivelano che stiamo attraversando il periodo più caldo della storia. Con conseguenze drammatiche su ambiente e salute, a partire dalle regioni più povere. Se non si cambia, sono previsti eventi metereologici estremi, malattie e mancanza di cibo

dalla Cop25 di Madrid, Spagna

Il decennio che si sta chiudendo è il più caldo mai registrato e gli impatti negativi sulla salute umana si sentono già soprattutto nei paesi più vulnerabili, ci dicono gli ultimi dati raccolti dalla World Meteorological Organization (Wmo, Organizzazione meteorologica mondiale) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

L’indice sul rischio globale climatico (Global Climate Risk) della ong tedesca German Watch, inoltre, conferma che circa 500.000 persone sono morte negli ultimi 20 anni in seguito a oltre 12.000 eventi meteorologici estremi.

I nuovi report, presentati a Cop25, mostrano che gli effetti del cambiamento climatico includono eventi meteorologici estremi così come un peggioramento della salute mentale.

Cambiamenti climatici in atto: come sono cambiate le temperature

Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, le temperature medie globali per un lasso di tempo di cinque anni (2015-2019) e uno di dieci anni (2010-2019) saranno storicamente le più alte.

In particolare, tra gennaio e ottobre si è registrata una temperatura superiore all’era preindustriale di circa 1,1°C, il che mette il 2019 sulla buona strada per diventare il secondo o il terzo anno più caldo di sempre.

Gas serra, riscaldamento globale, sicurezza alimentare: alcune conseguenze dei cambiamenti climatici

Le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera, che hanno raggiunto un livello record di 407,8 ppm di CO2 nel 2018, hanno continuato ad aumentare anche quest’anno. Il riscaldamento oceanico ha seguito un andamento simile, con in media un mese e mezzo di temperature sopra la norma, e l’acqua del mare è il 26% più acida rispetto all’inizio dell’era industriale, mentre l’estensione dei ghiacci nell’Artico e in Antartide continua a diminuire.

«Su base quotidiana, gli effetti dei cambiamenti climatici si manifestano in condizioni meteorologiche estreme e “anormali”», ha dichiarato il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas. «Uno dei principali effetti dei cambiamenti climatici sono le piogge più irregolari. Ciò rappresenta una minaccia per i raccolti e, in combinazione con l’aumento della popolazione, comporterà in futuro notevoli sfide per la sicurezza alimentare nei paesi vulnerabili».

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Foto: Pixabay

La ricerca prevede eventi meteorologici estremi

Altri eventi meteorologici estremi includono inondazioni (specialmente negli Stati Uniti centrali, nel Canada settentrionale, nella Russia settentrionale e nel Sud-Ovest asiatico), siccità (Asia, Sud-Ovest Pacifico, America centrale), ondate di calore (Europa e Australia), incendi (Siberia, Alaska e Amazzonia) e cicloni tropicali (66 in tutto nell’emisfero settentrionale e 27 nell’emisfero meridionale).

«Se non stabiliamo risposte urgenti per il clima ora, andremo verso un aumento della temperatura di oltre 3°C entro la fine del secolo, con impatti sempre più dannosi sul benessere umano», ha aggiunto Taalas.

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Cambiamenti climatici tra le cause che colpiscono i paesi più poveri

L’aumento delle temperature ha avuto anche un impatto negativo sulla salute umana, insieme al deterioramento della sicurezza alimentare. Di conseguenza, il numero di nuovi spostamenti associati a eventi meteorologici estremi potrebbe triplicare fino a circa 22 milioni di migranti totali entro la fine del 2019.

Il Global Climate Risk Index mostra che sette dei 10 paesi più danneggiati dal cambiamento climatico sono paesi considerati a reddito “basso” o “medio basso”, con Puerto Rico, Myanmar e Haiti in cima alla lista.

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Cambiamenti climatici e il tema della salute: le conseguenze sugli uomini

Secondo le risposte dei 101 paesi in cui l’Oms ha condotto il sondaggio, i rischi più comuni per la salute umana sono quelli legati allo stress da calore, lesioni o morte in seguito a eventi meteorologici estremi, malattie trasmesse attraverso cibo, acqua e altri vettori che trovano un ambiente più favorevole laddove la temperatura è più alta (come colera, dengue o malaria), ma anche problemi legati al peggioramento della salute mentale. Fra questi, traumi e stress sono molto diffusi fra le persone costrette a spostarsi in seguito a un evento meteorologico estremo, così come la depressione fra i più giovani attivisti.

Dei paesi intervistati dall’Organizzazione mondiale della sanità, la metà ha riferito di avere un piano per la salute nazionale in vista del surriscaldamento globale. Molti di questi sono stati approvati o aggiornati negli ultimi 5 anni, evidentemente riconoscendo l’urgenza di creare sistemi sanitari resilienti.

Eppure la maggior parte dei paesi ha attribuito gli scarsi aggiornamenti del loro sistema sanitario al difficile accesso ai finanziamenti. Il report dell’Oms mostra che i paesi in via di sviluppo, che hanno capacità limitate di dedicare parte del budget nazionale allo sviluppo di una strategia, sono anche quelli più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. In sostanza, chi ha più bisogno di aiuto ha accesso a meno risorse. Sono quattro paesi considerati a “basso reddito” a ricevere un sostegno finanziario internazionale, contro i 32 da “medio” ad “alto reddito”.

«La conclusione più importante di questo studio è che gli effetti sulla salute sono già molto sentiti, ma gli aiuti economici per rimediare non stanno ancora raggiungendo i paesi coinvolti», ha affermato Maria Neira, direttrice del dipartimento Ambiente, cambiamenti climatici e salute dell’Oms. «La salute non è ancora una priorità per i sistemi finanziari in atto».

Alla ricerca di soluzioni per i cambiamenti climatici: l’Accordo di Parigi

Anche il numero dei paesi in cui esiste un sistema di preavviso per specifici problemi legati al clima è ridotto. Sono 60 su 99 per quanto riguarda le alluvioni, 31 per la qualità dell’aria.

«L’inclusione sistematica della salute nei Nationally Determined Contributions (Ndc) – così come altri obiettivi nazionali – potrebbe trasformare l’Accordo di Parigi nel più grande accordo internazionale del secolo sulla salute», ha aggiunto Neira.

A Madrid si parla molto della questione. E il relatore speciale sui diritti umani e l’ambienteDavid Boyd, ha dichiarato ieri: «L’Accordo di Parigi è stato il primo accordo ambientale a includere il diritto umano alla salute.«

Il riconoscimento legale si sta espandendo negli ultimi anni. Dalla conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano del 1972, oltre 100 paesi hanno incorporato il diritto a un ambiente sano nelle loro costituzioni nazionali in varie formulazioni.

Mentre sono necessari ulteriori sforzi per garantire che la salute delle persone sia salvaguardata nei paesi più esposti, il taglio delle emissioni potrebbe letteralmente salvare vite umane.

«La conferenza sul clima deve fare qualcosa per la mancanza di risorse economiche in aiuto delle popolazioni più povere e dei paesi che soffrono dei perdite e danni», ha detto Laura Schaefer di German Watch. «Cop25 deve decidere quali sono i passi necessari per generare le risorse finanziarie che servono. Allo stesso tempo, bisogna intensificare le misure di adattamento al cambiamento climatico».

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