Ucraina: crisi nera per la libertà di stampa

Il tentativo di mettere il bavaglio alla rete NewsOne TV. Gli attacchi con granate all'emittente 112.ua. E poi omicidi e aggressioni ai giornalisti, quasi sempre rimasti impuniti. La situazione della libertà di stampa precipita in Ucraina

da Kiev, capitale dell’Ucraina

La libertà di stampa è ancora ben lontana dall’essere applicata in Ucraina. Lo scorso 5 settembre a Kiev si è svolta una manifestazione di fronte al Palazzo delle comunicazioni, a Prorizna street, nel pieno centro della città. «Non spegnete NewsOne TV», recitavano i cartelli dei manifestanti. Pochi, per la verità. Ordinati e senza cori da stadio. Erano di più i poliziotti pronti ad intervenire in caso di disordini che i manifestanti stessi.

Anche i cittadini che passavano per caso davanti al palazzo evitavano di fermarsi. Acceleravano il passo e si dileguavano. «Stanno protestando per solidarietà nei confronti dei giornalisti di NewsOne TV», ha detto Alexander Mangush, cronista di 112.ua, un’altra rete locale. Era sul posto per documentare quello che stava succedendo.

Proprio quel giorno il Consiglio nazionale della Televisione e Radiodiffusione ha deciso di ricorrere all’autorità giudiziaria per avanzare la richiesta di togliere la licenza all’emittente locale NewsOne TV. Decisione presa all’unanimità dai membri del consiglio nazionale e annunciata da Olga Gerasimyuk, capo ad interim dell’autorità di regolamentazione.

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“Non spegnete NewsOne TV”, il cartello dei manifestanti a Kiev, Ucraina – Foto: Graziano Masperi

Kiev, il Consiglio della televisione e radiodiffusione

Il Consiglio nazionale è un’autorità pubblica composta da otto persone che mira al rispetto della legislazione ucraina nell’ambito della televisione e della radiodiffusione. La Verkhovna Rada (Parlamento) dell’Ucraina nomina quattro membri del Consiglio nazionale e il presidente dell’Ucraina nomina gli altri quattro. Motivo in merito alla decisione presa sull’emittente NewsOne Tv: «Sono stati riconosciuti l’istigazione all’odio nazionale, razziale e religioso in alcune dichiarazioni mandate in onda».

Gerasimyuk ha aggiunto che «in nessun caso il consiglio nazionale ha il potere di chiudere una televisione o ritirare la licenza e nessun giornalista ha perso il lavoro. Tanto è vero che l’emittente continuerà a funzionare finché il tribunale non avrà preso una decisione». Ma i giornalisti di NewsOne TV denunciano: «Troppe pressioni sul nostro lavoro».

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NewsOne TV: per la libertà d’informazione in Ucraina

I dipendenti dell’emittente televisiva sotto accusa hanno scritto una lettera inviata a Reporter senza frontiereHuman Right Watch, Amnesty International, alle ambasciate dei vari paesi presenti a Kiev, compresa quella italiana.

«Vorremmo attirare la vostra attenzione sulla situazione scandalosa che viviamo noi giornalisti in Ucraina in merito alla libertà di parola. Il canale televisivo NewsOne TV considera la decisione del Consiglio Nazionale delle trasmissioni televisive e radiofoniche una grave minaccia e un tentativo del nuovo Governo di fare pressione su tutti i mass media indipendenti in Ucraina. Abbiamo un pubblico di milioni di telespettatori e continueremo a lottare per la libertà di parola e il pluralismo di idee nella società ucraina».

Quello del  5 settembre scorso è stato soltanto l’epilogo di una serie di tensioni continue, arrivate anche ad aggressioni e veri e propri attentati terroristici alle sedi delle televisioni, che mettono in serio pericolo la libertà di parola prevista dall’articolo 34 della Costituzione Ucraina. Attacchi che non riguardano solo NewsOne TV, ma anche altri media e l’attività degli stessi giornalisti.

Il caso dell’emittente ucraina 112.ua

La notte del 13 luglio di quest’anno la sede di 112.ua è stata oggetto di un fitto lancio di granate. Un vero e proprio bombardamento definito dalle autorità investigative “atto terroristico“.

Il giorno precedente a quell’attentato, la redazione di 112.ua fece appello ai servizi di sicurezza dell’Ucraina perché uno degli ex leader dell’organizzazione di destra, Sergey Sternenko, bloccò l’accesso al lavoro dei giornalisti. Ad oggi le indagini su quell’attentato non hanno portato ad alcun risultato.

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Kiev, sede dell’emittente 112.ua oggetto di un lancio di granate a luglio

Ucraina-Russia: le minacce dell’estrema destra

«L’8 luglio di quest’anno – scrivono i cronisti di NewsOne TV in un minuzioso report in cui descrivono i fatti accaduti negli ultimi due anni e che intendono portare all’attenzione del Parlamento Europeo – il nostro canale è stato costretto a cancellare il primo collegamento televisivo tra Ucraina e Federazione Russa a causa delle ripetute minacce delle organizzazioni radicali di estrema destra. Un collegamento nel quale avremmo discusso di questioni che riguardano la gente comune e che non voleva assolutamente toccare la politica. Senza mai mettere in dubbio l’integrità territoriale dell’Ucraina».

Quella stessa sera, dopo avere annunciato la cancellazione del programma, la sede di NewsOne TV è stata oggetto di un attacco con simulatori che ricordavano i rumori di una battaglia.

Secondo il report, le decisioni del Consiglio Nazionale ucraino sulla radiodiffusione televisiva e radiofonica sono di chiara matrice politica. «Lo hanno affermato loro stessi – spiegano – con l’obiettivo apparente di affrontare, in questo modo, l’aggressione russa».

Il passaggio di testimone tra il vecchio presidente Poroshenko e l’attuale Zelensky non sembra avere influito sulla situazione dei mass media, che rimangono sotto la costante pressione delle autorità statali. I rappresentanti della piattaforma per i diritti umani Uspishna Varta rilevano che le ammende inflitte dal Consiglio nazionale riguardano principalmente i media che si oppongono all’attuale governo e trasmettono opinioni e valutazioni alternative nell’agenda politica.

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Attivisti di ultra destra che a luglio ostacolarono il lavoro dei giornalisti di NewsOne TV

Impunità totale per chi colpisce i giornalisti in Ucraina

Secondo l’Unione Nazionale dei giornalisti ucraini, il 92% dei crimini commessi contro i giornalisti non viene indagato. Alcuni casi lo testimoniano.

Il giornalista Oles Buzina venne ucciso il 16 aprile 2015. Era noto per avere criticato il Governo in merito agli eventi nell’Est dell’Ucraina. Vennero sospettati della sua morte i gruppi di destra C14, attualmente in libertà.

Il giornalista Pavel Sheremet morì il 20 luglio del 2016 a seguito dell’esplosione della sua auto nel centro di Kiev. Anche in questo caso le indagini non hanno portato a nulla.

Nel mese di giugno di quest’anno è stato aggredito il giornalista Vadym Komarov perché indagava sulla corruzione nel suo paese. Aggredito  nella cittadina di Cherkasy, a circa 180 chilometri a sud di Kiev, morì in seguito alle lesioni riportate.

Tornando indietro, anche il reporter italiano Andrea Rocchelli morì in Ucraina, nel Donbass, nel 2014.

E poi ci sono le tante, troppe, aggressioni fisiche. Nei primi sei mesi di quest’anno, l’Unione Nazionale dei Giornalisti Ucraini ha registrato 36 casi di aggressione.

Non vanno meglio le cose per i giornalisti stranieri. Durante la campagna elettorale dello scorso marzo vennero impediti gli ingressi in Ucraina ad un giornalista austriaco, uno canadese e all’italiano Marc Innaro, corrispondente Rai a Mosca, insieme al suo cameraman.

La cartina: mappa dell’Ucraina (capitale Kiev)

Libertà di stampa: Ucraina in fondo alla classifica

Secondo Reporter senza  Frontiere (Rsf) l’Ucraina si posiziona al 102° posto nella classifica mondiale sulla libertà di stampa. Dalla rivoluzione del 2014 sono state adottate una serie di riforme, in particolare per quanto concerne l’accesso alle informazioni dello Stato e sulla trasparenza della proprietà dei media. Rsf ritiene però che sia necessario molto di più per allentare la presa degli oligarchi sui media e incoraggiare l’indipendenza editoriale.

Le aree controllate dai separatisti dell’est sono ancora vietate e non possono contare sulla presenza di giornalisti indipendenti che possano fornire un contributo alla ricostruzione della verità. Questo il commento di Reporter Senza Frontiere che fa scendere l’Ucraina di una posizione nella classifica mondiale sulla libertà di stampa, rispetto al 2018 (l’Italia è 43°).

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