Sri Lanka: aumentano le violenze contro la minoranza musulmana

Dopo gli attentati di Pasqua, in Sri Lanka si registrano sempre più violenze buddiste contro la minoranza musulmana che vive nel Paese asiatico. Le Nazioni Unite e Human Rights Watch lanciano l'allarme e chiedono al governo di fermare gli abusi e rafforzare il rispetto della libertà di religione e di credo

da Chiang Mai (Thailandia)

Dopo le stragi terroristiche di Pasqua avvenute nell’aprile 2019, che in Sri Lanka hanno provocato la morte di oltre 250 persone innocenti, è tornato il silenzio sul Paese asiatico. Le violenze, però, non si sono fermate. Questa volta ad essere sotto attacco sono i musulmani. Una piccola minoranza che non supera il 10 per cento della popolazione.

«I musulmani dello Sri Lanka stanno subendo un aumento delle violazioni dei loro diritti fondamentali da parte delle autorità e assalti da parte dei nazionalisti buddisti», si legge in una denuncia di Human Rights Watch (Hrw). «I leader politici, invece di adempiere al loro dovere di proteggere tutti i cittadini, a volte sembrano associarsi a elementi estremisti».

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Monaco buddista in preghiera – Foto: Pixabay

Sri Lanka e religione: estremismo buddista contro i musulmani

Il gruppo più radicale è il Bodu Bala Sena (Bbs) – letteralmente “Forza potere buddista” – un’organizzazione radicale cingalese che negli anni si è resa protagonista di diversi attacchi contro la comunità musulmana del Paese. Per molti analisti questo gruppo è molto simile al 969 birmano, gli intransigenti che hanno alimentato le violenze contro l’etnia Rohingya, considerata la minoranza più perseguitata al mondo (leggi Rohingya: in Bangladesh è emergenza per i bambini scappati dalla Birmania).

Il Bbs, guidato dal monaco Galagoda Aththe Gnanasara Thero, è nato con lo scopo di difendere la «minacciata identità buddista» dalla minoritaria popolazione di fede musulmana. I loro contatti con il governo non sono nuovi. «La loro influenza non va sottovalutata: il Bbs ha contatti con le alte sfere del potere, come nel caso di Gotabaya Rajapaksa, il segretario della Difesa», ha scritto un paio di anni fa Emanuele Bompan su La Stampa.

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Il 15 maggio scorso il leader di Bbs ha chiesto la lapidazione a morte dei musulmani e ha diffuso un’accusa secondo cui i ristoranti di proprietà musulmana avrebbero messo «medicine di sterilizzazione» nel loro cibo, così da abbassare il tasso di natalità buddista.

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Simbolo di Bodu Bala Sena – Immagine: Furfur (via Wikipedia)

La cartina dello Sri Lanka (capitale Colombo)

Attentati in Sri Lanka: popolazione travolta dalla legge antiterrorismo

«Il governo dello Sri Lanka ha il dovere di proteggere i suoi cittadini e perseguire i responsabili dei terribili attentati della domenica di Pasqua, ma non dovrebbe punire la comunità musulmana per questo crimine», ha affermato Meenakshi Ganguly, direttore per l’Asia meridionale di Human Rights Watch. «È fondamentale per le autorità agire rapidamente per fermare la violenza della folla, le minacce e la discriminazione contro i musulmani».

Fino ad ora «i funzionari hanno fatto pochi sforzi per scoraggiare le campagne pubbliche da parte di figure religiose che mettono maggiormente a rischio la minoranza», ha aggiunto.

Dopo gli attentati le autorità hanno arrestato e detenuto arbitrariamente centinaia di persone grazie alle leggi di emergenza sull’antiterrorismo fatte dopo gli attacchi di aprile. Fonti ufficiali di polizia parlano di oltre 2 mila persone, molte delle quali poi sono state rilasciate. «Secondo avvocati e attivisti, la stragrande maggioranza degli arresti è soggetta al Prevention of Terrorism Act (Pta), una legge che il governo dello Sri Lanka ha promesso al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite di abrogare», si legge nella denuncia di Hrw. I legali intervistati dall’organizzazione hanno affermato che «i loro clienti sono stati spesso arrestati senza alcuna prova credibile del coinvolgimento con gli attentati».

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Sri Lanka – Foto: Pixabay

L’allarme Onu per la libertà di religione in Sri Lanka

«L’aumento delle tensioni etniche e religiose in Sri Lanka richiede un’azione urgente da parte delle autorità, per rafforzare il rispetto della libertà di religione o di credo nel Paese», ha affermato Ahmed Shaheed, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione, presentando un rapporto alla fine di una missione di dodici giorni in Sri Lanka. «Mentre il governo è riuscito a portare la situazione più o meno sotto controllo dopo le esplosioni, molte comunità religiose rimangono preoccupate per la loro sicurezza a causa dell’incitamento all’odio e alla violenza da parte di alcuni estremisti».

«Il governo deve intervenire contro la propaganda di odio nei confronti della comunità musulmana che si sta diffondendo attraverso media non regolamentati e che sta istigando tensioni etno-religiose», ha aggiunto.

«Il mancato intervento dello Stato per affrontare l’incitamento all’odio e alla violenza, permetterà all’estremismo di aggravarsi e porrà serie sfide alla costruzione della pace. Questa tensione non deve essere trattata come un episodio sporadico. L’ostilità di fondo esisteva molto prima degli attacchi pasquali e della successiva violenza che sta attraversando il Paese», ha concluso il relatore speciale Onu sulla libertà di religione.

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