Nigeria: guerra tra pastori e agricoltori, si riaccende la tensione

Nuove tensioni tra pastori Fulani e agricoltori fanno temere nuove violenze in Nigeria. Una guerra strettamente legata ai cambiamenti climatici, poco conosciuta, ma che negli scorsi tre anni ha già portato alla morte di 4 mila persone

Si sta riacutizzando la tensione in Nigeria tra pastori e agricoltori. Una guerra che, secondo un rapporto di Amnesty International, ha fatto quasi 4 mila morti tra il 2016 e il 2018, di cui 2 mila nel solo 2018. E gli ultimi aggiornamenti fanno temere che si stia riaccendendo la rabbia.

Lo scorso 15 luglio, tre pastori sono stati arrestati perché sospettati di avere assassinato un contadino. Un episodio che rischia di scatenare di nuovo il conflitto tra le opposte fazioni.

Nigeria: la guerra civile oggi e i cambiamenti climatici

Alla base di tutto ci sono almeno tre elementi: i cambiamenti climatici; la rapida crescita della popolazione; la desertificazione del nord del paese, che ha reso difficile allevare il bestiame.

I pastori della regione etnica dei Fulani, collocati stabilmente nel nord della Nigeria, hanno cercato altre aree per poter pascolare il loro bestiame. E sono così cominciati gli scontri, soprattutto nelle regioni di Adamawa, Benue, Kaduna, Taraba e Zamfara.

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Foto tratta dal sito del Comitato internazionale della Croce Rossa

Pastori Fulani: più feroci di loro solo Boko Haram, Isis e Talebani

Amnesty International ha documentato i violenti scontri tra le comunità di pastori e di agricoltori andando nei villaggi di 56 comunità e conducendo 262 interviste a persone coinvolte e che hanno assistito alle lotte. «Se un tempo i pastori Fulani convivevano in pace con gli agricoltori, adesso non è più così», recita il rapporto di Amnesty.

«Da una parte ci sono gli agricoltori che accusano i pastori di distruggere i loro terreni facendoci pascolare gli animali da allevamento. Dall’altra ci sono gli stessi pastori, che, a loro volta, accusano gli allevatori di avere attaccato il loro bestiame, unica fonte di sopravvivenza».

Il rapporto ha portato alla luce una realtà nascosta, fatta di orrori e devastazioni. Negli stati di Taraba e Benue sono stati scoperti villaggi abbandonati dopo essere stati incendiati. Indiziati di queste devastazioni sarebbero, sempre secondo il rapporto, i pastori Fulani. In un caso, gli operatori dell’organizzazione che opera in difesa dei diritti umani sono arrivati in un villaggio dove la cenere era ancora calda e fumante, tanto da dare la certezza di un attacco appena concluso.

Era il 28 aprile dello scorso anno e il villaggio era quello di Tse-Ajaver, nella zona del governo locale di Wukari. A preoccupare è la violenza dei Fulani, gruppo di pastori che il Global Terrorism Index nel 2014 indicò come il quarto gruppo terroristico più feroce al mondo per numero di morti causati, dopo Boko Haram, Isis e i Talebani.

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Foto tratta dal sito della Fao

Situazione attuale in Nigeria: la reazione del governo

Il governo federale ha cercato di tamponare l’escalation di violenza, realizzando insediamenti chiamati “Ruga“. Si tratta di uno schema pilota, che ha l’obiettivo di frenare gli scontri e istituito a favore dei pastori in 12 dei 36 stati, come ha spiegato il segretario permanente del ministero federale dell’Agricoltura e dello Sviluppo rurale, Alhaji Mohammadu Umar.

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Un progetto, quello degli insediamenti Ruga, criticato da molti perché è stato identificato come uno stratagemma che consente ai pastori di rivendicare terreni sovvenzionati dal governo. E così, per evitare che la situazione degenerasse, lo scorso 3 luglio il governo lo ha sospeso.

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Foto: Bernard Gagnon (via Wikimedia Commons)

Cartina della Nigeria (capitale Abuja)

Nigeria: proseguono gli scontri tra pastori e agricoltori

La sospensione del progetto, però, non è stata sufficiente per arrestare le polemiche. La Coalizione dei gruppi settentrionali ha chiesto al presidente di revocare la sospensione. «È un problema che la politica deve risolvere – scrive la giornalista nigeriana Laila Johnson Salami sul quotidiano britannico Financial Times – tenendo conto della storia di questa regione. Per migliaia di anni i pastori nomadi hanno condotto il bestiame lungo le rotte di più stati. Oggi sentono che la loro sopravvivenza è in grande pericolo. Dall’altra parte ci sono gli agricoltori che vedono minacciate le loro terre dal passaggio del bestiame. La tensione potrà soltanto aumentare se il Governo non saprà intervenire con decisione».

Ed è un problema di grandi dimensioni, che il mondo non potrà sottovalutare. «La Nigeria è destinata a diventare il terzo paese più popoloso del mondo entro il 2050 – continua – e, per certi versi, dobbiamo ancora riprenderci dalla guerra del Biafra di 50 anni fa. Non c’è spazio per altre lotte e divisioni etniche come quelle tra pastori e agricoltori».

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