Gay Pride: per i calciatori professionisti è impossibile dichiararsi omosessuali
Il tema degli atleti omosessuali è sostanzialmente inesplorato. Il Gay Pride 2019 di Milano non prevede eventi particolari per approfondire la questione. E in serie A non ci sono sportivi gay dichiarati. Va un po' meglio negli sport minori e fuori dal mondo del professionismo, ma la strada da fare per arrivare al coming out è ancora tanta
Nel mondo dorato del calcio professionistico italiano non sembra esserci spazio per i gay. Nessun calciatore di serie A ha mai fatto coming out. E questo non vuol dire che non ci siano, o non ci siano stati, calciatori omosessuali. Vuol dire, semplicemente, che è preferibile tenerlo per sé per non incappare in problemi.
Gay Pride 2019 a Milano: tema degli atleti omosessuali ancora inesplorato
«È un argomento ancora, per certi versi, inesplorato. Al Milano Pride non sono previsti incontri specifici riguardanti le discriminazioni che potrebbero subire gli atleti gay. Ci penseremo seriamente per le prossime edizioni», dice a Osservatorio Diritti Luciano Ragusa, presidente dell’associazione Lgbt Il Guado di Milano.
Il Milano Pride si tiene sabato 29 giugno. La parata partirà alle 16 partirà da piazza Duca d’Aosta, stazione Centrale, e si concluderà in corso Buenos Aires, dove si terranno i discorsi delle autorità (qui, invece, tutti i dettagli del Gay Pride 2019 a Roma).
Sono attesi migliaia di partecipanti per un evento organizzato dalla Commissione Pride del Cig Arcigay Milano, in collaborazione con le associazioni del Coordinamento Arcobaleno. Sarà la festa della libertà delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, asessuali, intersessuali e queer.
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Niente spazio ai gay nel calcio professionistico: «Girano troppi soldi»
Leggermente meglio vanno le cose nel calcio dilettantistico e negli sport minori in generale. Ma nel professionismo italiano nessuno ha mai trovato il coraggio per dichiararsi.
«Il calcio è uno sport virile dove la fisicità conta moltissimo. Cosa accadrebbe se un calciatore professionista dovesse fare coming out? Sarebbe la fine della sua carriera da professionista. Nello sport professionistico, e in particolare nel calcio, girano troppi soldi. Vi pare possibile che qualcuno, magari un giocatore di una grande squadra che si è già costruito un nome, decidesse di perdere tutto rivelando al mondo le sue tendenze omosessuali? Meglio tacere e andare avanti senza problemi», dice ancora Ragusa.
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Tardelli e Griezman auspicano un coming out dei calciatori gay
Il sito gay.it riporta una recente dichiarazione di Marco Tardelli, campione del mondo in Spagna nel 1982 e calciatore di classe internazionale che ha vestito la maglia della Juventus. Tardelli a maggio ha preso parte alla presentazione dell’ultimo libro di Fabio Canino a Roma. Un libro intitolato “Le parole che mancano al cuore“, che racconta la storia immaginaria di due calciatori che si innamorano tra una partita e l’altra.
«Spero, nel tempo, che qualche calciatore possa dichiararsi. Ma qui, in Italia, è molto difficile. Spero possa diventare la normalità, che fa paura in quanto tale. Tutto sta nel dirlo, quando qualcuno farà coming out non accadrà niente di sconvolgente», ha detto Tardelli.
Paura di veder finire una carriera che ti porta alla ricchezza, timore di subire insulti e magari essere aggrediti da parte dei tifosi che non gradirebbero vedere il loro idolo dichiararsi gay. Non soltanto verrebbero discriminati e, magari, messi fuori squadra per via del loro orientamento sessuale, ma rischierebbero sulla loro pelle.
La rivista Lgbt francese Têtu ha dedicato la copertina del numero di mercoledì 22 maggio al calciatore dell’Atletico Madrid, anche lui campione del mondo con la sua nazionale, Antonine Griezman. Il calciatore, impegnato contro l’omofobia nel calcio, ha detto: «I calciatori non escono allo scoperto perché hanno paura di essere insultati. Se fossi gay lo direi, anche se è più facile una cosa simile quando non lo sei».
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Calciatori gay nella Premier League inglese
Non vanno meglio le cose nella Premier League, il massimo campionato inglese, dove durante il Brighiton Pride dello scorso anno venne fatto sfilare un pullman vuoto a testimoniare che nessuno dei 500 calciatori più forti del campionato d’Oltremanica si è mai dichiarato gay.
Il primo calciatore inglese che fece coming out nel 1990, Justin Fashanu, ebbe tutti contro. Perfino la comunità nera che considerò il suo annuncio «un danno di immagine imperdonabile». Fashanu a fine carriera venne accusato di avere abusato di un ragazzo e morì suicida a Londra nel 1998. Respinse sempre e con tutte le sue forze le accuse che gli vennero mosse.
E non è il solo caso. Un calciatore di Premier League del campionato che si è appena concluso, Ruben Loftus-Cheek, del Chelsea, ha dovuto smentire pubblicamente le voci che circolavano su una sua presunta omosessualità.
Il mondiale di calcio femminile: 34 giocatrici si sono dichiarate
Tra le donne le atlete dichiaratesi lesbiche sono molte di più. Il sito Outsports.com rivela che, ai campionati mondiali di calcio in Francia 34 calciatrici, un trainer e un coach, sono lesbiche. Sei appartengono agli Stati Uniti, cinque all’Olanda, quattro all’Australia e le altre a nazioni quali Nuova Zelanda, Canada, Inghilterra, Svezia e Norvegia. Nessuna dell’Italia.