Osservatorio sui Diritti Umani: nasce l’associazione per giornalismo e diritti
Dopo due anni entusiasmanti con il giornale online Osservatorio Diritti, nasce l’associazione Osservatorio sui Diritti Umani (ODU). Una nuova organizzazione non profit fondata su un modello di "sostenibilità diffusa" e costruita su due parole chiave: diritti umani e giornalismo indipendente e di qualità. Ecco di cosa si tratta
Dopo due anni di questa entusiasmante esperienza che è Osservatorio Diritti nasce l’associazione Osservatorio sui Diritti Umani (ODU). Una nuova organizzazione non profit che ci permette di fare un passo in avanti, interamente modellata intorno a due parole chiave: diritti umani e giornalismo.
ODU è frutto dell’iniziativa di tredici giornalisti che nel 2017 hanno messo in piedi Osservatorio Diritti, il giornale online che fa informazione quotidiana in maniera indipendente e professionale denunciando violazioni dei diritti umani e raccontando storie di difensori dei diritti in Italia e in giro per il mondo. Un progetto ambizioso, che d’ora in poi sarà gestito dall’associazione Osservatorio sui Diritti Umani.
Il gruppo dei soci fondatori è composto per il 77% da donne e il 23% da uomini. Ci presentiamo nome per nome, perché la trasparenza vuol essere una nostra caratteristica: Marco Ratti (presidente), Laura Filios (vicepresidente), Veronica Ulivieri (consigliera), Lorenzo Bagnoli, Janaina César, Cristina Maccarrone, Marta Gatti, Aurora Tamigio, Sara Milanese, Luca Martinelli, Felicia Buonomo, Laura Fazzini e Renata Fontanelli.
Impatto sociale e culturale: l’obiettivo dell’associazione
Questo progetto mira ad avere un impatto di tipo sociale e culturale. Vogliamo dare il nostro piccolo contributo a questo mondo aiutando chi legge la nostra testata, così come chi partecipa a qualunque attività dell’associazione, ad uscire da una visione provinciale, in cui conta solo quel che accade nel cortile di casa.
Sforzandoci ogni giorno di dare conto della complessità del mondo in cui viviamo, vorremmo unirci a chi rema per andare verso un’idea di società basata sulla convinzione che sollevare muri ha poco senso, mentre sforzarci di guardare oltre gli steccati ne ha molto di più. Detto in un altro modo, l’obiettivo generale di ODU è contribuire alla costruzione di una società più inclusiva.
Questo obiettivo, per scelta, non sarà perseguito con grandi enunciazioni di principio o con la costruzione di modelli teorici in materia di diritti umani. Al contrario, in modo estremamente concreto, vogliamo provare ad avvicinare la vita di chi legge i nostri articoli o partecipa alle nostre attività a quella delle vittime di violazioni di diritti umani. Come fatto finora, del resto, attraverso il giornale online Osservatorio Diritti.
Siamo convinti che la conoscenza di quello che accade vicino e lontano da noi, con tutte le sfumature e le contraddizioni del caso, sia un presupposto indispensabile per prendere coscienza delle dinamiche e degli interessi che muovono il mondo. E, di conseguenza, per poter provare a cambiarlo.
Le attività di Osservatorio sui Diritti Umani
Il principale impegno di ODU, al momento, è la gestione di Osservatorio Diritti (qui il Manifesto della testata). Ma la creazione dell’associazione mira ad allargare i campi di attività, sempre nella direzione fissata dagli obiettivi che ci siamo dati.
Per l’elenco di quel che abbiamo in mente e delle relazioni già attivate con realtà significative per il mondo dei diritti umani, rimandiamo alla pagina Osservatorio sui Diritti Umani. Ma teniamo in particolar modo a sottolineare qui perlomeno la pubblicazione del nostro primo libro, che presentiamo giusto oggi. Si intitola Immigrazione oltre i luoghi comuni – Venti bufale smontate un pezzo alla volta, per cominciare a parlarne sul serio ed è scritto da due collaboratori di Osservatorio Diritti della prima ora, Lorenzo Bagnoli e Francesco Floris.
Una pubblicazione che dice molto di noi: per la scelta del tema, visto che riteniamo che l’immigrazione sia uno dei più chiari emblemi di violazione dei diritti umani oggi nel nostro Paese; per la modalità usata, che è quella di andare a verificare con dati e analisi la situazione, per dare al lettore gli strumenti per farsi l’opinione che vorrà.
Sostenibilità economica “diffusa”
Il modello economico che abbiamo scelto per sostenere le nostre attività cerca di essere coerente con quello che ci proponiamo di fare (qui tutti i dettagli). In particolare, puntiamo soprattutto su quella che chiamiamo “sostenibilità diffusa”: per poterci occupare di diritti umani e produrre informazione in maniera indipendente e professionale, vogliamo che a sostenerci siano tante persone che, anche con piccole cifre, decidono di far parte di questa avventura.
Non abbiamo alcun grande e potente finanziatore alle spalle, che proverebbe a condizionare quel che facciamo. E va da sé che non andremo a chiedere aiuto a chi non rispetta i diritti umani.
Non nascondiamo assolutamente, quindi, che abbiamo bisogno di fondi per la nostra attività. ODU, infatti, retribuisce i giornalisti che scrivono su Osservatorio Diritti: denunciare le violazioni e poi non rispettare il diritto a un’equa retribuzione del lavoro sarebbe una contraddizione in termini che vogliamo evitare. Per questo motivo, se pensi che valga la pena sostenerci, puoi scoprire subito qui come farlo.
Infine, non ci resta che ringraziare tutti quelli che ci seguono e ci seguiranno. Nella speranza che tra due anni, come stiamo facendo oggi, potremo guardarci indietro scoprendo un altro nuovo entusiasmante pezzo di cammino fatto. E, perché no, sognando nuovi progetti per andare avanti!