Nel gennaio 1992 un giovane reporter svizzero viene trovato morto in Croazia, durante la guerra nella ex-Jugoslavia, con indosso l’uniforme di un gruppo mercenario internazionale. Anni dopo la regista Anja Kofmel decide di indagare sulla morte del giornalista, suo cugino: parte da qui Chris the Swiss, un film che unisce documentario e animazione per raccontare una delle guerre più brutali del secolo scorso.
Chris the Swiss viene presentato al Festival dei diritti umani di Milano domani, 3 maggio, alle 20:30, al Teatro dell’Arte. Il Festival dei Diritti Umani quest’anno ha per tema “Guerre e Pace” e Osservatorio Diritti è tra i media partner dell’evento e ha coordinato l’attività nelle scuole che ha preceduto questa quarta edizione.
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Chris the Swiss: il trailer del film
Come nasce Chris the swiss, il film di Anja Kofmel presentato alla Semaine de la Critique di Cannes
La regista Anja Kofmel aveva già affrontato il tema della morte misteriosa di suo cugino Chris in un cortometraggio, Chirigi (2009). Nel 2018, dopo una lavorazione durata sette anni, ha portato a termine Chris the Swiss, presentato al 71esimo Festival di Cannes nella Semaine de la Critique. Si tratta del suo esordio alla regia, una produzione che mette insieme Svizzera, Germania, Croazia e Finlandia.
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Questo film è un’opera ambiziosa e originale: l’animazione in bianco e nero, che ricorda il film Persepolis, è frutto di bozzetti realizzati dalla stessa regista in collaborazione con un team di disegnatori. La grande abbondanza di materiale documentario – che comprende registrazioni, fotografie, interviste a giornalisti e soldati – prova a ricostruire la storia di Chris e della guerra a cui ha preso parte.
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Giornalismo e guerra: la storia di Chris the Swiss
Prima di giungere in Croazia, Chris aveva lavorato a lungo come reporter: negli anni Ottanta era stato in Sudafrica e Namibia per documentare conflitti e cambiamenti sociali. Giunto in Iugoslavia a inizio anni Novanta, fu attirato dalla causa di un’organizzazione paramilitare filo-indipendentista e ultra-tradizionalista e finì per arruolarsi. Il 7 gennaio 1992 venne trovato morto in circostanze ancora da comprendere.
Vent’anni più tardi Anja Kofmel parte dalle testimonianze di chi ha incontrato Chris e da chi lo ha conosciuto per ricostruire le motivazioni e gli ultimi mesi di vita del cugino. Per provare a capire se in quella guerra così efferata ci fossero coinvolte forze molto più grandi di quelle in campo, se a uccidere Chris sia stata la guerra o il suo lavoro da reporter, forse mai davvero abbandonato. Tra i giornalisti, infatti, c’è chi crede che Chris si fosse unito ai paramilitari per indagare sotto copertura.
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Nel film, Anja Kofmel compie un lavoro di ricostruzione che racconta la verità, senza svelarla fino in fondo: insieme al materiale documentario, sono gli inserti animati che concedono alla regista più di una licenza poetica e le consentono di riportare in vita la ferocia di un conflitto per molti aspetti ancora misterioso. Chris the Swiss si interroga non solo sulla fine del giornalista ucciso, ma è un’opera che riesce ancora a porsi delle domande sulla guerra e sui suoi protagonisti.