Cecenia: agenti russi (ancora) sotto accusa per torture nelle prigioni

Un nuovo report del Comitato anti-tortura del Consiglio d'Europa accusa le forze di sicurezza di Mosca per le torture sistematiche compiute dagli agenti in Cecenia ai danni dei detenuti. Una situazione diffusa anche ad altri Paesi del Caucaso settentrionale

da Chiang Mai, Thailandia

Un recente rapporto redatto dal Comitato anti-tortura del Consiglio d’Europa (Cpt) riapre la questione della tortura sistematica nelle prigioni in Cecenia da parte degli agenti delle forze di sicurezza di Mosca. Il Cpt ha esortato le autorità della Federazione russa ad adottare misure incisive per sradicare questo triste fenomeno e a «svolgere indagini efficaci ogni qualvolta emergano informazioni relative a questi episodi».

«Per il Cpt, è motivo di grande preoccupazione il fatto che, nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi venti anni, la tortura dei detenuti nella Repubblica cecena continui ad essere un problema profondamente radicato», ha spiegato Mark Kelly, vicepresidente del Cpt e capo della delegazione dei controlli fatti nel 2017 dall’organizzazione nella Repubblica cecena della Federazione russa.

«Non costituisce unicamente un’inadempienza degli obblighi da parte delle autorità della Repubblica cecena, ma ugualmente un’omissione del dovere di sorveglianza e controllo effettivi», ha aggiunto.

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Autorità immobili di fronte alle torture in Cecenia

Diverse persone detenute incontrate dalla delegazione hanno sostenuto che quando si sono lamentate per i maltrattamenti ricevuti, le autorità non avrebbero intrapreso nessuna azione, né manifestato alcun interesse. Anche se i segni erano evidenti e c’erano «lesioni visibili su più parti del corpo».

Alcuni detenuti, spiega la relazione, hanno sostenuto che quando hanno informato gli investigatori di essere stati sottoposti a maltrattamenti fisici e costretti dagli agenti a firmare una confessione falsa, sono stati maltrattati di nuovo.

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Prigioni cecene: esami medici fatti in ritardo

Spesso gli esami medici di chi denuncia un maltrattamento non sono eseguiti. E anche quando vengono fatte, viene lasciato passare del tempo. Anche perchè solo i medici ufficialmente designati dalle autorità possono eseguire questi servizi. Proprio per questo il Cpt ha sottolineato «l’importanza del ruolo che deve essere svolto da medici legali nelle indagini su casi che potrebbero comportare maltrattamenti da parte delle forze dell’ordine».

Questa situazione ha portato molti detenuti a non voler più denunciare gli abusi. La paura, hanno spiegato al Comitato anti-tortura in molti, sarebbe quella di ricevere ulteriori violenze fisiche.

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Maltrattamenti e torture non solo in Cecenia

Dalle informazioni raccolte dal comitato nel corso delle varie visite nel Paese, si evince che ricorrere alla tortura e ad altre forme di maltrattamento da parte di membri delle forze dell’ordine nella Repubblica cecena resta una pratica diffusa, così come quella correlata di detenzioni illegali, che inevitabilmente aumenta a sua volta significativamente il rischio di ricorrere a maltrattamenti.

Inoltre, si legge nel comunicato diffuso, «rimane profondamente preoccupante che nelle loro risposte ai rapporti di visita del Cpt, le autorità russe non abbiano riconosciuto la gravità della situazione».

La pratica dei maltrattamenti della polizia, inclusa la tortura, sembrerebbe non essere esclusiva di questa repubblica della Federazione Russa. Questo problema, infatti, ha spiegato il Cpt, è stato più volte evidenziato nei confronti di altre repubbliche della regione del Caucaso settentrionale.

Amnesty International: denunce di vecchia data

Le violenze della polizia russa e l’impunità di cui gode sono anche il tema di un lungo rapporto di Amnesty International del lontano 2006, Russian Federation: Torture and forced confessions in detention (Federazione Russa: tortura e confessioni forzate in detenzione). Anche in questo studio viene evidenziato che il problema non è limitato solo alla Cecenia.

La procura russa, responsabile delle indagini relative a casi di tortura da parte della polizia – ma anche delle stesse indagini in cui la tortura viene usata – è stata criticata dalla Corte europea dei diritti umani per la sua inefficacia più volte.

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cecenia russia
Il presidente russo, Vladimir Putin

L’invito del Cpt alla «tolleranza zero»

Per l’ennesima volta il Cpt ha invitato le autorità russe a consegnare, ad intervalli regolari, un piano di lavoro completo di «tolleranza zero sulle torture», anche a livello politico. «Come sottolineato in passato dal Comitato – si legge nel rapporto – la migliore garanzia possibile contro i maltrattamenti è che gli stessi funzionari di polizia respingano inequivocabilmente il ricorso a questi metodi».

Questo implica anche «rigorosi criteri di selezione al momento dell’assunzione, nonché la messa a disposizione di una formazione professionale adeguata che tenga conto dei principi dei diritti dell’uomo».

Mappa della Cecenia (capitale Grozny)

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