Rio de Janeiro: stretta autoritaria sulla Segreteria di sicurezza
In Brasile l'ombra del neo presidente Jair Bolsonaro si fa già sentire nello Stato di Rio de Janeiro, dove il governatore ha soppresso la Segreteria di sicurezza pubblica, allargando di fatto il potere di polizia militare e civile. Nel frattempo, prosegue il cammino della legge per togliere la responsabilità penale degli agenti in servizio
Retorica infiammata, militarismo spinto e disprezzo dichiarato per i diritti umani. Sono queste le caratteristiche che il nuovo governatore dello stato di Rio de Janeiro vuole trasferire dalla campagna elettorale dalla quale è uscito vincitore alla realtà della gestione della pubblica sicurezza di una delle città più complesse del sub continente dell’America Latina. Seguendo la linea impartita dal presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, del quale l’ex giudice federale Wilson Witzel è uno dei più convinti sostenitori.
Tra la proposta di una legge che equipari trafficanti di droga a terroristi così da poterli “eliminare” senza curarsi troppo delle regole d’ingaggio e il sostegno alla proposta di sollevare da ogni responsabilità penale i poliziotti che uccidono in servizio, nei primi giorni di amministrazione, sono già arrivati i primi fatti concreti. Probabili messaggi della direzione che sarà seguita nel prossimi mesi.
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Rio de Janeiro toglie la Segreteria di sicurezza pubblica
Come anticipato in campagna elettorale, il governatore ha soppresso la Segreteria di sicurezza pubblica, una sorta di ministero dell’Interno dello Stato di Rio, il cui compito è fare da filtro politico-amministrativo tra il governo e i comandi della polizia militare e civile. Una funzione che l’allora candidato governatore, lo scorso ottobre, giudicava come un’interferenza.
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In un messaggio pubblicato su Twitter, rivolgendosi direttamente ai «Signori colonnelli, comandanti e direttori della briosa polizia militare», Witzel annunciò la cancellazione della Segreteria per mettere fine alla «interferenza politica» nelle decisioni che riguardano la polizia.
“Senhores coronéis, comandantes e diretores da briosa PM, aqui é Wilson Witzel. Um dos meus primeiros atos será a extinção da Secretaria de Segurança” – Frase do candidato que vai ao segundo turno com Eduardo Paes, pelo governo do Rio de Janeiro pic.twitter.com/w2YMx788SD
— Cecília Olliveira (@Cecillia) 9 ottobre 2018
Nonostante il governatore avesse dichiarato che questa decisione sarebbe stata messa in pratica gradualmente, nell’arco di sei mesi, a sorpresa, con una nota interna diffusa l’11 gennaio, ha annunciato la soppressione della segreteria a partire da lunedì 14 gennaio.
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A Rio più poteri a polizia civile e militare
Nel decreto governativo viene disposto lo «spacchettamento» della struttura amministrativa. Alcuni uffici saranno distaccati sotto le dipendenze di altre segreterie. Ciò che più preoccupa, però, è il fatto che, con la soppressione, anche la gestione politica della sicurezza viene affidata direttamente ai vertici della polizia civile e militare, aggiungendo ai poteri militari anche quelli politici, senza il precedente filtro amministrativo da parte dello Stato. Le segreterie di polizia civile e militare saranno in collegamento diretto con quella di governo e Casa Civile, emanazione del nuovo governatore, in una svolta autoritaria.
Sin da quando fu istituita, la Segreteria di sicurezza ha sempre avuto una forte componente militare garantita dalla presenza di molti poliziotti nella struttura. La separazione con i comandi di polizia civile e militare era però profonda. Le decisioni politiche erano prese in coordinamento, ma la Segreteria aveva guadagnato con il tempo una indipendenza.
Nonostante le resistenze dei componenti delle forze di sicurezza, la Segreteria aveva cercato anche di sviluppare politiche pubbliche nel senso della parziale apertura del mondo della sicurezza verso l’esterno e contribuendo in maniera importante allo sviluppo di strutture interne per dare risposte alle necessità della città e dello Stato. Soprattutto in termini di lotta al crimine organizzato e alla corruzione nella polizia.
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Brasile: frena la lotta a corruzione e polizia violenta
E non è un caso che, all’interno della Segreteria di sicurezza, fossero nate due importanti strutture dedicate alla lotta alla corruzione e alle condotte violente della polizia: il dipartimento di intelligence (Ssinte) e l’ufficio affari interni unificato (Cgu). Con la nuova organizzazione, la Cgu viene soppressa e il diparimento di intelligence, con tutti gli archivi e le indagini in corso, viene trasferito sotto il controllo della polizia civile.
Passa sotto il controllo della polizia civile anche un’altra delle importanti strutture create nella estina Segreteria: il dipartimento di lotta alla criminalità organizzata (Draco). Unità importante nella lotta al fenomeno mafioso delle milizie e nella lotta al crimine organizzato. Quale direzione prenderanno le indagini sui poliziotti corrotti, sulla milizia e sulla criminalità organizzata è difficile da prevedere.
Mentre la polizia civile esce molto rinforzata politicamente, la polizia militare guadagna principalmente in termini di indipendenza e libertà di azione. Obiettivo da sempre della polizia militare, che critica spesso l’interferenza della politica e della burocrazia nella gestione della sicurezza pubblica. Sotto il suo controllo passano dipartimenti minori, come quello dell’educazione, un ufficio che aveva sviluppato una serie di progetti di apertura verso la cittadinanza e che, con ogni probabilità, conoscerà nuove chiusure dovute alla struttura militare della polizia, tendente alla maggiore riservatezza.
In ultimo, altra importante struttura che faceva parte della Segreteria di sicurezza è l’Istituto di sicurezza pubblica (Isp), un centro studi statistico dal profilo accademico molto alto che, in maniera critica, ha lavorato negli anni con un grosso margine di indipendenza, producendo i più importanti dati per lo studio delle politiche di pubblica sicurezza. Ora l’Istituto passa sotto le dipendente della Segreteria di governo e sarà guidato da una dirigente della polizia civile, non più da un accademico.
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Governatore carioca sempre più legato al Bope
Che il governatore Witzel voglia instaurare un rapporto strettissimo con la polizia è testimoniato non solo dalle dichiarazioni pubbliche e dalle prime disposizioni amministrative, ma anche da alcuni atti simbolici. Si inserisce in questo ambito la cerimonia di cambio della guardia al vertice del Battaglione per le operazioni speciali di polizia (Bope), svoltasi alla presenza del governatore in un clima euforico da caserma.
Alla fine dell’evento, infatti, il governatore ha tolto la giacca, infilato la maglia del Bope e ha fatto una serie di flessioni insieme ai militari. Per suggellare il nuovo rapporto, i militari del Bope hanno regalato al neo governatore un enorme ritratto composto utilizzando le pallottole dei propri fucili da guerra. Con la nuova “indipendenza” della polizia militare e in questo clima, è facile pensare che sarà il Bope a imporre le nuove regole del governo nelle strade e nelle favelas. E le leggi che il governatore sta invocando, pare di capire, potrebbero liberare le mani delle forze speciali.
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Legge anti terrorismo per eliminare i trafficanti
Il governatore dello stato di Rio de Janeiro, Witzel, è stato il primo a proporre e a sollecitare il neo presidente Jair Bolsonaro in merito all’approvazione di una legge che equipari i trafficanti di droga ai terroristi. Una disposizioni che, modificando le regole di ingaggio, autorizza di fato polizia ad “abbattere” i sospetti quando trasportano armi.
Witzel ha affermato quanto sostenuto nel corso della campagna elettorale a margine della cerimonia di insediamento del presidente, Jair Bolsonaro:
«Spero che il Congresso nazionale approvi una legge antiterrorismo che inquadrerà i trafficanti come terroristi, in modo che possano essere uccisi e porremo fine a questa controversia una volta per tutte. Ho già parlato con Bolsonaro e ci stiamo lavorando. Dovrebbe inoltrarlo al Congresso e lo sosterremo», ha detto.
Questa legge dovrebbe essere approvata con quella che rappresenta uno dei cavalli di battaglia del presidente Bolsonaro, quella che solleva i componenti di forze armate e forze di polizia dalla responsabilità penale per ogni azione, omicidi compresi, commessi nel corso di azioni militari.
Nel corso del suo discorso di insediamento, Bolsonaro ha dichiarato di contare «sull’appoggio dei parlamentari per poter approvare le necessarie riforme per garantire ai poliziotti le condizioni per operare al meglio», sottolineando poi che «è urgente chiudere con l’ideologia che difende i banditi e criminalizza i poliziotti, che a portato il Brasile a vivere un aumento degli indici di violenza e di potere da parte del crimine organizzato, uccide innocenti, distrugge le famiglie e genera insicurezza in ogni luogo. Ci preoccuperemo della sicurezza delle persone per bene e il nostro impegno è valorizzare e dare supporto al lavoro di tutte le forze di sicurezza».