Umberto Ciceri porta arte e diritti umani alla Reggia di Caserta
Si chiama Human Fights Rights Lights la video trilogia della Dichiarazione universale dei diritti umani presentata oggi dall'artista e poeta Umberto Ciceri alla Reggia di Caserta. Tre video e un’installazione musicale dove la Carta Onu, firmata 70 anni fa, diventa lo spunto per una riflessione attuale. Osservatorio Diritti patrocina l'evento
La Dichiarazione universale dei diritti umani firmata nel 1948 alle Nazioni Unite e fortemente voluta da Eleanore Roosevelt, paladina della difesa dei diritti umani, è protagonista di Human Fights Rights Lights, una spettacolare installazione alla Reggia di Caserta che apre al pubblico proprio oggi, venerdì 7 settembre, ideata da Umberto Ciceri. Un documento, la Carta Onu, che ancora guida (o dovrebbe guidare) la comunità internazionale verso il riconoscimento degli stessi diritti e doveri ad ogni uomo.
«Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza» (art. 1).
Osservatorio Diritti ha concesso il patrocinio a questo evento culturale, insieme al ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Amnesty International Italia, Reggia di Caserta, Città di Caserta, Madre – Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e Gioventù per i diritti umani.
Human Fights Rights Lights: la trilogia di Umberto Ciceri affonda le radici nella Carta Onu
Umberto Ciceri è un artista, ma anche un poeta. Il suo ultimo lavoro mette i brividi per la forza espressiva e i contenuti toccanti. Un’opera immensa, che si traduce in tre video e un’installazione musicale, dove la Carta firmata nel 1948 diventa lo spunto per una riflessione profonda. Come spiega a Osservatorio Diritti lo stesso artista:
«I diritti universali sembrano ovunque presenti all’attenzione mediatica, ma di fatto non attecchiscono nel tessuto civile e culturale. Il loro significato si è astratto a tal punto che spesso ci si trova in difficoltà nel distinguere tra libertà di parola e offesa culturale, tra interventi umanitari e bellici».
Umberto Ciceri ha lavorato tre anni a questo gigantesco progetto, per farlo diventare una mostra e un richiamo itinerante (prossima tappa Londra). «Ho dato voce al mio desiderio di fare qualcosa che lasciasse un segno nella necessità, anche da parte degli artisti, di un impegno sociale. Ci sono momenti storici in cui ci si può dedicare a fare fiorellini e lavori astratti. Altri, come quello che viviamo, dove le forze devono unirsi. Assistere e tacere non porta a nulla e purtroppo sembra che il mondo abbia dimenticato la Carta universale».
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Il ring della grande storia: primo atto dell’opera di Ciceri
L’opera di Umberto Ciceri, lombardo che lavora e produce a Barcellona da qualche anno e grande appassionato d’arte cinetica, si divide in tre atti. Il primo è un ring. E rappresenta il conflitto tra i popoli. Con un certosino lavoro di tagli e montaggi, Ciceri ha ricostruito 30 Ko, uno per ogni articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani. La voce del commentatore, con tutta l’enfasi e l’emozione che si crea nei momenti finali del combattimento, non commenta il match, bensi scandisce i testi degli articoli in perfetto stile da telecronaca.
«Ho voluto rappresentare uno spettacolo mediatico violento dedicato alla lotta nel senso più ampio. È il ring della grande storia, la violenza che travolge innocenti e colpevoli mentre la conta dell’arbitro esalta il cerimoniale dell’errore e del suo tragico ripetersi».
Musica sacra nel Cenacolo di Santa Croce
Grande estimatore di Sebastian Bach, Ciceri ha commissionato un lavoro certosino di trascrizione a due esperti di musica sacra, che hanno incastonato i testi della Dichiarazione negli spartiti di Bach, mantenendo sia la lingua tedesca sia il contrappunto.
Soprano, contralto tenore e basso sono ripresi nella cornice del Cenacolo del Complesso Monumentale di Santa Croce di Firenze.
Un luogo scelto dall’artista per un motivo per preciso: «Ha sempre avuto un ruolo laico e politico, dove nel 1400 Leonardo Bruni parlava di libertà e dove sono sepolti personaggi scomodi come Galileo Galilei, Ugo Foscolo e Michelangelo».
La danza di Maya Plisetskaia: terzo atto
Dopo le forze contrapposte del primo e del secondo atto, l’ultimo vuole rappresentare l’equilibrio. Spiega Umberto Ciceri: «Qui le parole dei Diritti diventano battiti del cuore sincronizzati tra loro e ritmati dal passo di danza di Maya Plisetskaia, per me la più grande ballerina classica di tutti i tempi». Il risultato è un ritmo con una struttura profonda, un unico movimento unversale, un unico battito del cuore.
Jungle, installazione sonora tra natura e diritti
La mostra comincia però già nella prima parte della Reggia, nello scalone progettato da Vanvitelli, dove in una falsa cupola ai tempi d’oro dei Borboni veniva sistemata un’orchestra per accogliere gli ospiti dei ricevimenti. Jungle è un’installazione sonora, il risultato dei numerosi viaggi di Ciceri alla ricerca dei suoni della natura:
«Parole come “libertà di pensiero” e “convivenza pacifica” diventano merli tropicali e grilli, mentre “spirito di fratellanza” e “uguaglianza” gocce di pioggia e tuoni in lontananza».
Human Fights Rights Lights: un lavoro durato tre anni
Ci sono voluti quasi 3 anni a Ciceri per concludere e produrre l’opera in collaborazione con Liquid Art System di Capri e il patrocinio della Reggia di Caserta. «Non è un lavoro commerciale, quindi non sarà mai venduto a nessuno. È un messaggio che vorrei facesse il giro del mondo».
Con Umberto Ciceri, per le musiche hanno collaborato il fratello Edoardo, i direttori d’orchestra Guido Corti e Antonio Greco, il direttore del Complesso di Santa Croce a Firenze, Giuseppe de Micheli, il Coro a Cappella Costanzo Porta di Cremona e il doppiatore Filippo Fossa.
Volutamente l’artista ha filmato in modalità sfuocata le immagini per far risaltare nitidamente le scritte contenenti i testi: «Un’associazione ambigua tra l’alta definizione del testo da leggere e la bassa definizione delle immagini da guardare».
La mostra resterà alla Reggia di Caserta da oggi fino al 7 ottobre, per cominciare poi a girare il mondo. O almeno è questo il sogno dell’autore.