“Salvezza”: il soccorso ai migranti nel fumetto di Rizzo e Bonaccorso

Una graphic novel di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso usa il fumetto per raccontare i salvataggi di migranti nel Mediterrano. Salvezza, edito da Feltrinelli Comics, è un libro nato dall'esperienza degli autori sull'Aquarius, la nave della ong Sos Méditerranée tra le prime ad aver subito il nuovo orientamento politico del governo italiano

La penna di Marco Rizzo e la matita di Lelio Bonaccorso hanno dato vita a Salvezza, una graphic novel in cui i fumetti servono a spiegare i salvataggi di migranti nel Mediterraneo. Ma anche tutto ciò che c’è dietro le spalle e dentro la pancia del fenomeno delle migrazioni. Dalle modalità dei soccorsi, ai lager libici. Pubblicato da Feltrinelli Comics, Salvezza è stato presentato a luglio a Taormina, in Sicilia, nella soffice cornice del Palazzo Duchi di Santo Stefano, in una serata moderata dal giornalista Emilio Pintaldi.

Lelio Bonaccorso e Marco Rizzo a bordo dell’Aquarius

Salvezza tira fuori e mostra al pubblico ciò che agli autori è rimasto dentro dopo un periodo trascorso, a novembre, sull’Aquarius, la nave della ong Sos Méditerranée, la prima a subire gli effetti del nuovo orientamento politico italiano, che utilizza come strumento di respingimento anche il negato approdo di navi cariche di migranti.

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Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso

«È arancione, l’Aquarius, come il colore dei giubbotti di salvataggio, anche per esser vista facilmente in mezzo al mare». Perché lì, in mezzo al mare, l’Aquarius e quelle come lei combattono ogni giorno una battaglia per salvare vite umane, contro un mare cimitero, gli egoismi europei, le nuove restrizioni italiane, le violenze libiche. Come se quei disperati sui barconi, minacciati dalle istituzioni e dal destino, siano essi stessi una minaccia. E il duo Bonaccorso- Rizzo ne descrive le storie.

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newsletter osservatorio dirittiQuello che doveva essere un semplice reportage si trasforma, fumetto dopo fumetto, nella testimonianza di violenze indicibili, di diritti negati, di un girone infernale che dalla Sicilia dista appena qualche bracciata.

Salvezza: l’incipit del libro-fumetto di Feltrinelli Comics

Il racconto parte proprio dall’Aquarius, da come è fatta, da come si muove, da come è gestita, da chi ci mette i soldi e chi il cuore. E poi una panoramica di ciò che attimo dopo attimo succede nel Mediterraneo, delle contraddizioni delle indicazioni politiche, delle esigenze della burocrazia.

E poi i momenti determinati, quelli per cui si è lì, i soccorsi, con le descrizioni dettagliati di cosa succede da quando arriva la segnalazione di un barcone a quando l’ultimo dei migranti arriva sulla nave.

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Dal libro “Salvezza” di Lelio Bonaccorso e Marco Rizzo (dettaglio)

Le partenze per l’Italia, i salvataggi in mare, i soccorsi

Ci sono i giubbotti di salvataggio farlocchi, forniti dai trafficanti alla partenza a gente che magari non ha mai visto nemmeno il mare; ci sono le operazioni di affondamento del barcone dopo il salvataggio, affinché non venga ripreso dagli scafisti o confuso dai soccorritori.

Ci sono i trasbordi, le prime visite mediche, i primi interventi, le eventuali operazioni di messa in sicurezza di feriti gravi. C’è il lavoro di tanti operatori, tra l’ironia e il dolore, l’orrore a volte, per quello che vedono e che sentono. Quando, per esempio, vedono consegnare dalla centrale operativa di Roma un barcone alle autorità libiche, che magari arrivano dopo ore e il giorno dopo si dispiacciono in conferenza stampa per i morti che non sono riusciti a evitare.

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Dal libro “Salvezza” edito da Feltrinelli Comics

Salvezza: nella graphic novel tante storie dalla Libia

O quando sentono ragazzini narrare le atrocità subite, di cui spesso portano i segni sul corpo. Come quel ragazzo a cui è stata sciolta la plastica sulla schiena mentre era al telefono con la famiglia, in modo che la famiglia potesse sentire, recuperare e inviare i soldi che non ha.

Veri e propri rapimenti, di cui milizie e militari libici – il confine è invisibile: entrambi sono armati, comandano, violentano – si fanno complici e se è necessario esecutori. L’obiettivo è azzerare i costi per tenere quelle persone in uno stato di limbo che consenta l’approvvigionamento di denaro da parte della famiglia di origine, la quale spera in quel viaggio per fare assaporare al figlio un sapore a loro sconosciuto: quello della libertà.

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Dal libro “Salvezza” di Lelio Bonaccorso e Marco Rizzo (dettaglio)

E chi non paga? I due autori riportano e disegnano le risposte: o la schiavitù per scontare il costo, o altri tipi di atrocità, se sei una donna. Non è un caso che dopo mesi in Libia molte vengono recuperate incinte sui barconi.

Del resto, quel che succede in Libia interessa poco all’Europa, l’importante è che non prendano il barcone. Che lì ci siano i lager dispiace, ma è qualcosa di distante e intangibile, dove occhio non vede e voto non duole.

«Si dovrebbe valutare se sussistano gli elementi perché chi in Africa si rende protagonista di quelle violenze e chi in Europa, pur conoscendole, di fatto le accetta e le favorisce, non debba risponderne al Tribunale dell’Aja», dice l’avvocato Gianni Villari dell’ordine degli avvocati di Messina, tra il serio e il provocatorio.

Salvezza e Africa: Libia, deserto, vicende politiche

Attraverso i racconti “fumettati” dei migranti, il libro, soprattutto, entra prepotentemente in Africa. Perché partono e perché lo fanno in quel modo. Attraverso la matita di Bonaccorso si dipanano i volti di una coppia che non vuole essere separata una volta scesa a terra; le lacrime di chi piange amiche morte di stenti in Libia o affondate in mare; i volti smunti e spauriti di bambini intubati sulla nave e trasferiti su un lettino della rianimazione del Policlinico di Messina.

Ci sono le storie del deserto, poco conosciuto all’informazione occidentale, ma le cui dune coprono di sabbia i fossili di un numero di cadaveri probabilmente maggiore di quelli del Mediterraneo.

E poi ci sono gli scafisti, spesso uno degli stessi migranti, che magari non aveva mai visto il mare e una spiaggia prima di vederci di notte gonfiare un barcone, a cui viene puntato fucile, data in mano una bussola, in tasca un numero di telefono con prefisso “06” e costretto a guidare un timone. In cambio gli fanno lo sconto sul viaggio: 2.000 dollari anziché 2.500.

E dell’Africa, il libro sintetizza anche le vicende politiche che hanno portato molte di quelle nazioni a un punto di non ritorno e ai loro cittadini non viene permesso di uscire in modo regolare. Della Libia viene spiegato il dopo Gheddafi e l’incidenza di Isis e Occidente sulle dinamiche politiche di uno Stato, che nei fatti non c’è, e sul fenomeno migratorio. Che invece c’è.

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