Mutilazioni genitali femminili: Jaha’s Promise, una lotta per le donne
Ecco recensione e trailer di Jaha's Promise, un film-documentario su Jaha Dukureh, protagonista del film, attivista e vittima di un matrimonio forzato e di mutilazioni genitali femminili. Ingiustizie che oggi la donna combatte in Gambia, Africa, la sua terra d'origine
La “promessa” che dà il titolo al documentario di Patrick Farrelly e Kate O’Callaghan è quella fatta dalla coraggiosa protagonista Jaha Dukureh: tornare in Gambia, suo paese natio, per iniziare una battaglia personale e sociale contro chi pratica le mutilazioni genitali femminili (Mgf) e ogni tipo di violenza sulle bambine e sulle donne. Una lotta, quella raccontata in Jaha’s Promise, che si scontra in Africa con pregiudizi, false credenze e tradizioni difficili a morire.
Il film è incluso nel programma di Mondovisioni 2018, la rassegna di documentari di Internazionale su diritti umani e società, di cui Osservatorio Diritti è media partner. Questo docufilm viene proiettato questa sera, 19 luglio 2018, ad Aosta, alla Cittadella dei giovani.
Jaha’s Promise: trailer del film sulle mutilazioni genitali femminili
Mutilazioni femminili e violazione dei diritti delle donne
Jaha’s Promise affronta di petto due temi caldissimi: le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni forzati con minori. La protagonista ha sperimentato entrambi sulla propria pelle. In Gambia è stata sottoposta a mutilazione quando era solo una bambina: a soli 15 anni è stata portata dal padre a New York per sposare un uomo di 45 anni, sconosciuto, a cui era stata promessa da piccolissima.

Patrick Farrelly e Kate O’Callaghan comprendono la necessità di affrontare il tema delle mutilazioni genitali femminili considerando nella sua interezza la condizione delle bambine e delle donne nei paesi in cui questa pratica esiste. L’Africa è il continente dove le Mgf sono più diffuse. Il Gambia fa parte delle nazioni in cui si stima tra il 75 e il 90% la popolazione femminile sopra i 15 anni che ha subito una mutilazione genitale femminile.
I traumi che le bambine e le donne si portano dietro da queste pratiche si accompagnano a matrimoni forzati (il cosiddetto fenomeno delle “spose bambine“), violenze e a una condizione sfavorevole all’interno della società facilmente ha conseguenze psicologiche drammatiche.
Il punto di vista di Jaha sulla condizione delle donne
Esplorare il tema femminile in Africa dal punto di vista di Jaha permette ai due autori del film di assumere una prospettiva credibile, che tiene conto delle componenti culturali e tradizionali, ma anche della consapevolezza presente nelle nuove generazioni di donne: le uniche che possono sradicare tradizioni tanto radicate come le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni combinati.

Jaha Dukureh racconta le esperienze che l’hanno resa la donna che è oggi: la mutilazione, ovviamente, ma anche l’unione forzata con un uomo più anziano negli Stati Uniti. Esperienze vissute da bambina, ma comprese solo molti anni dopo.
La sua è una promessa fatta a se stessa, ma anche a sua figlia e a tutte le donne africane: dopo essersi separata dal marito, Jaha è stata coinvolta in un gruppo di campagne chiamato Equality Now, ha viaggiato nel suo paese d’origine e si è impegnata come testimone internazionale.
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Leggi e conseguenze nei paesi in cui sono diffuse le mutilazioni genitali femminili
Oltre a essere una palese violazione dei diritti della donna, in quanto pratica discriminatoria e umiliante, la mutilazione femminile è estremamente dolorosa: non sono rari nelle bambine che la subiscono casi di shock emorragico che possono provocare anche la morte. A oggi, dei 29 paesi in cui questa pratica è ancora diffusa, 25 hanno normative che le mettono al bando.

Proprio il Gambia dal dicembre 2015 ha messo fuori legge la mutilazione genitale femminile (la pena per chi la pratica è la reclusione fino a tre anni e un’ammenda di 1200 euro). Dal 2016, inoltre, il governo gambiano vieta i matrimoni forzati con minori prevedendo il carcere per chi li contrae.
Lotta contro le mutilazioni genitali femminili in Africa
In Jaha’s Promise il dramma personale della protagonista diventa il punto di partenza per una battaglia che la vede sfidare le proprie origini, la famiglia (il padre, soprattutto) e la società. Quella di Jaha non è una battaglia isolata: nonostante l’amarezza e la rabbia che si prova guardando il film, è evidente che le donne africane sono pronte ad abbracciare il cambiamento.

Soprattutto le più giovani. Il merito va ovviamente alle figure come la protagonista, vittime prima e testimoni poi, che tornano nel proprio paese di origine per ottenere un riscatto individuale e per un’attività di sensibilizzazione che deve, inevitabilmente, partire dalla comunità femminile.