Bardonecchia: diritti dei migranti violati tra Italia e Francia
L'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione ha passato sotto la lente della legge il caso Bardonecchia e il comportamento della polizia francese. Notando «gravissime violazioni di diritti fondamentali, in particolare nei confronti dei minori stranieri non accompagnati e di donne in gravidanza»
Si aggiungono nuovi tasselli al caso diplomatico scoppiato nei giorni scorsi tra Italia e Francia in seguito alla denuncia dei volontari dell’associazione Rainbow for Africa che avevano raccontato che «il 31 marzo, agenti di confine francesi sono entrati armati nell’ambulatorio gestito a Bardonecchia, costringendo un migrante a un test delle urine e intimidendo un nostro medico, i mediatori e gli avvocati dell’Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, ndr)».
Un episodio che il ministro francese che ha competenza sulle dogane, Gerald Darmanin, aveva bollato come «un incidente increscioso, nato da un malinteso tra i doganieri francesi e le ferrovie italiane sull’uso del locale nella stazione di Bardonecchia», annunciando che verrà in Italia il 16 aprile «per vedere come migliorare le cose in futuro». Insomma, per Darmanin si tratta di «un controllo su un cittadino nigeriano residente in Italia, nell’ambito della lotta al traffico di stupefacenti. Un controllo doganale di routine». Ma c’è chi non la pensa così.
Violati i diritti dei migranti: minori e donne tra le vittime
Gli avvocati dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, presenti durante l’irruzione della polizia francese nella sede dell’associazione, hanno commentato così: «La vicenda accaduta a Bardonecchia si inserisce nel quadro di un insieme di comportamenti delle autorità francesi che ha visto anche altre gravissime violazioni di diritti fondamentali, in particolare nei confronti dei minori stranieri non accompagnati, respinti in Italia in violazione delle stesse garanzie previste dalla normativa francese, e di altri soggetti particolarmente vulnerabili quali donne in avanzato stato di gravidanza». I giuristi di Asgi hanno ammonito:
«La Francia agisca nel rispetto dei diritti fondamentali delle persone e delle norme internazionali, europee e nazionali».
Caso Bardonecchia: la posizione della Farnesina
Il ministero degli Esteri italiano aveva protestato tempestivamente, dichiarando che «le Dogane francesi sapevano che i locali della stazione di Bardonecchia, precedentemente accessibili ai loro agenti, ora non lo erano più, essendo adesso occupati da una organizzazione non governativa a scopo umanitario». La Rainbow4Africa, appunto.

Quanto accaduto il 31 marzo «mette oggettivamente in discussione, con conseguenti e immediati effetti operativi, il concreto funzionamento della sinora eccellente collaborazione frontaliera», hanno ribadito dalla Farnesina.
Per il ministero degli Esteri italiano il vero problema sembra essere l’ingresso di una polizia straniera in locali che si trovano in territorio italiano. Ma c’è di più. Perché lo stesso ministero aveva glissato su quanto prevedono gli atti di intesa e gli accordi diplomatici tra Italia e Francia siglati nell’ambito Schengen.
Polizia francese in Italia: cosa dice la legge
Le norme europee e gli accordi tra Italia e Francia, intervenuti nel corso degli anni per disciplinare la cooperazione transfrontaliera in materia di polizia e dogana, prevedono che gli agenti francesi possano operare sul territorio italiano, nelle zone di frontiera, ma stabiliscono anche determinate procedure, specifici limiti e condizioni. Secondo i giuristi di Asgi, «sono state palesemente violate le norme internazionali vigenti in materia, oltre che le stesse intese siglate in passato tra i due paesi».
L’Accordo di Chambery del 1997, il Trattato di Prüm del 2005 e il più recente, firmato nel 2012 a Lione, Accordo tra il ministro dell’Interno della Repubblica italiana e il ministro dell’Interno della Repubblica francese in materia di cooperazione bilaterale per l’esecuzione di operazioni congiunte di polizia. In particolare, quest’ultimo accordo di polizia prevede che «gli agenti francesi che partecipano ai pattugliamenti e alle altre operazioni congiunte di polizia sul territorio italiano devono operare sotto il controllo e, generalmente, in presenza di agenti italiani». Ed è questa una delle violazioni contestate alla Gendarmeria. Non soltanto.
I giuristi di Asgi hanno ricordato anche che «gli agenti francesi hanno violato le norme del codice di procedura penale. Perché l’ordinamento italiano prevede che in nessun caso si possa prelevare coattivamente materiale organico di un indagato senza l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria». Mentre il dibattito politico si è concentrato sulla sovranità violata, i giuristi di Asgi hanno puntato dunque l’accento sui diritti calpestati alla frontiera tra Italia e Francia dietro lo schermo della cooperazione.