Festival dei diritti umani: Invisible Frontier vince il premio della giuria

Invisible Frontier di Nicolás Richat e Nico Muzi è il vincitore del Premio della giuria del Festival dei diritti umani di Milano nella sezione dedicata ai documentari. Un film che racconta la guerra in atto tra le comunità indigene dell'America Latina e le grandi società produttrici di olio di palma

Il vincitore del premio della giuria della sezione “Doc” (documentari) della terza edizione del Festival dei Diritti Umani di Milano è Invisible Frontier di Nicolás Richat e Nico Muzi. La manifestazione, di cui Osservatorio Diritti è stato media partner, quest’anno era incentrata sul tema dell’ambiente e la sua salvaguardia.

Il film vincitore è del 2016, una produzione combinata di Belgio e Argentina, ed è un “mediometraggio” (28 minuti) che dà voce ad alcune delle comunità dell’America Latina protagoniste della guerra dell’olio di palma, un conflitto che da anni contrappone le compagnie produttrici di olio agli indigeni.

Invisible Frontier: il trailer del film

I diritti umani violati nelle piantagioni di palma da olio

Splendide riprese a volo di uccello svelano la bellezza dei paesaggi rurali ai confini dell’Amazzonia, come l’Orinoquia colombiana, tra i territori più martoriati dalla coltivazione intensiva della palma da olio. Invisible Frontier alterna immagini spettacolari a inquietanti carrellate sulle terre devastate, ormai aride.

A raccontare la storia sono gli stessi protagonisti, gli indigeni, coloro che conoscono e difendono queste terre da sempre: sono interviste di rara autorevolezza, parole che fanno sanguinare una ferita non solo ambientale.

L’olio di palma è l’ingrediente base per molti prodotti, alimentari e non, molto spesso destinati all’esportazione europea. Per fare posto alla coltivazione della palma, le compagnie produttrici hanno disboscato le foreste, divelto il corso dei fiumi, reso incoltivabili certe zone e inondato altre stravolgendo gli ecosistemi e le economie locali.

festival dei diritti umani
Una scena del film Invisible Frontier

Non c’è voluto molto perché esplodessero violenti conflitti tra latifondisti produttori e coltivatori locali, conflitti risolti puntualmente con l’intervento delle forze paramilitari. Con l’aiuto della polizia, sono state estirpate coltivazioni di cacao e mais per impiantare la palma da olio. Non è solo l’aspetto del territorio a essere cambiato, ma anche le vite degli indigeni, in tanti casi costretti ad abbandonare le loro abitazioni per fare posto alle coltivazioni.

Il premio del Festival dei diritti umani di Milano

Invisible Frontier è un film importante non solo per il tema ambientale, ma anche per la capacità di raccontare con chiarezza come lo sfruttamento dei territori abbia conseguenze devastanti sulla vita degli abitanti di un paese, sull’economia e quindi sulla politica.

Per la complessità della tematica ambientale, politica e sociale che include cambiamenti climatici e diritti umani, esplorata attraverso una efficace documentazione scientifica e resa cinematograficamente con un’estetica d’impatto divulgativo, senza togliere spazio all’emozione.

Così la Giuria del Festival dei diritti umani ha motivato la sua scelta di premiare il film. La sezione “Doc” è stata curata da Sole Luna Doc Film Festival. Tra gli altri film premiati, menzione speciale anche per La Terre Abandonnée di Gilles Laurent (Belgio, 2016, 73′), sulla trasformazione del Giappone dopo Fukushima.

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