Festival dei diritti umani di Milano: nel 2018 si parla d’ambiente
"Una. Per tutti. Non per pochi". La terza edizione del Festival dei diritti umani di Milano si occupa di terra e diritti. Perché «la distruzione ambientale del nostro pianeta è la più globalizzata delle violazioni dei diritti di tutti gli esseri viventi», come dice il direttore della manifestazione, Danilo De Biasio
Che i diritti delle donne e la libertà d’espressione fossero messi al centro delle prime due edizioni del Festival dei diritti umani di Milano non ha stupito. Meno ovvia, invece, è la scelta fatta per la terza edizione: Terra e diritti. Detto in una sola parola, ambiente. “Una. Per tutti. Non per pochi”, come recita il titolo con riferimento al nostro Pianeta.
Una svolta in chiave ecologista? Non proprio. Come spiega nel manifesto dell’evento il direttore, Danilo De Biasio: «Il Festival dei Diritti Umani vuole alzare lo sguardo sulla distruzione ambientale del nostro pianeta, la più globalizzata delle violazioni dei diritti di tutti gli esseri viventi: minaccia la salute; non permette di nutrirsi e dissetarsi a sufficienza; genera guerre ed estinzioni; causa imponenti migrazioni».
Chiarito che le conseguenze dell’attacco all’ambiente hanno strettamente a che vedere con le violazioni dei diritti di tutti, le cause di questa situazione sono da cercare innanzitutto nel “sistema di sviluppo” che fa girare il mondo oggi.
«Gli interessi economici di pochi determinano la vita di tutti. Il pianeta è schiacciato dal prelievo insensato e iniquo dei suoi beni comuni. La risposta della politica è di corto respiro», scrive ancora De Biasio.
Il programma del Festival dei diritti umani di Milano
Lo schema del Festival dei diritti umani 2018, di cui Osservatorio Diritti è media partner, resta sostanzialmente quello, ben collaudato, dello scorso anno (qui il programma completo della 3a edizione). La mattina, infatti, si terranno come nel 2017 appuntamenti rivolti agli studenti delle superiori, che avranno la possibilità di vedere documentari e ascoltare testimonianze. Si passerà dalle “imprese eccezionali” legate a tematiche di economia, ecologia ed etica a una riflessione sul cibo e chi lo produce. Dal tema dell’acqua come bene comune ai cambiamenti climatici e le loro conseguenze.
Il pomeriggio e la sera la programmazione darà spazio a documentari e film. In particolare, sono stati scelti cinque lungometraggi che «raccontano di un’umanità che, schiacciata da una realtà progressivamente sempre più ingiusta, si ritrova spesso abbandonata a se stessa, in una lotta che sembra essere soltanto propria». Nel dettaglio, saranno proposti: Grain, Greetings From Fukushima, Lerd – A Man of Integrity, Petit Paysan – Un Eroe Singolare, Psiconautas – Los Ninos Olvivados.
Oltre alle proiezioni, non mancheranno dibattiti con studiosi e intellettuali e dialoghi con testimoni di eventi chiave nel rapporto ambiente-diritti umani, da sempre tra i punti forti dell’evento. Si parlerà dei diritti degli indigeni e della foresta Mau in Kenya, di inquinamento e salute e migranti economici, giusto per fare qualche esempio. E l’ultima giornata sarà chiusa dall’evento “Le popolazioni indigene vittime dei cambiamenti climatici e dell’avidità del business”, che sarà moderato da Luca Martinelli, giornalista di Osservatorio Diritti.
Sei parole per scegliere secondo il proprio interesse
Per riuscire a fare ordine in questo ricco programma e trovare quello a cui si è più interessanti, può essere utile fare caso alle sei parole chiave utilizzate dagli organizzatori del Festival. Gli eventi contrassegnati come Edu, per esempio, sono quelli dedicati alle scuole (a questo proposito va segnalato che gli eventi potranno essere seguiti anche in diretta streaming sul sito e sul canale Youtube del Festival). Doc indica la proiezione dei documentari a cura di Sole Luna Doc Film Festival. E poi ci sono i Film, una rassegna internazionale delle pellicole in circolazione sui temi di questa edizione.
Per chi fosse interessato più a dibattiti, lezioni, conferenze, ad ascoltare racconti e testimonianze in prima persona di chi ha a che fare per diverse ragioni con i temi ambientali e i diritti umani, l’insegna a cui prestare attenzione è Talk, che ricorre sei volte all’interno del programma.
Infine, gli appassionati di Foto e Mostre troveranno qualche novità. L’edizione di quest’anno, infatti, prevede incontri con autori e giornalisti che hanno trattato attraverso progetti fotografici questioni legate all’ecologia e ai cambiamenti climatici, le cui conseguenze e ripercussioni incrementano la sofferenza e i rischi ambientali per il nostro pianeta.
Oltre a tutto questo, l’account Instagram del Festival dei diritti umani, @fdumilano, ha pubblicato e pubblicherà le cronache fotografiche delle giornate in programmazione, degli eventi collaterali organizzati durante l’anno, i resoconti di viaggio dei fotografi che hanno realizzato i progetti vincitori del contest #ioalzolosguardo e altri contenuti.
Quando, dove, chi organizza l’edizione 2018 del Festival
Quest’anno il Festival si terrà un po’ prima del solito, dal 20 al 24 marzo, alla Triennale di Milano.
L’evento è organizzato da Reset-Diritti umani con il patrocinio dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Città metropolitana di Milano, Comune di Milano, Università degli Studi Milano-Bicocca, Amnesty International Italia, Legambiente, Ordine degli Avvocati di Milano, Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano.
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