Una scomoda verità 2, il nuovo film di Al Gore

Dieci anni dopo il primo film denuncia, Al Gore torna protagonista di un documentario sull'inquinamento che sta distruggendo la Terra. Le prime vittime sono le popolazioni dei paesi in via di sviluppo, costrette a emigrare per cause ambientali. Ma proprio da loro arrivano i primi segnali di cambiamento

«Energia solare? La useremo tra 150 anni. Dopo avere usato il carbone, dopo avere dato lavoro a  tutti, dopo avere creato le infrastrutture. Proprio come avete fatto voi in Occidente». Chi parla è Piyush Goyal, ministro indiano per l’Energia. Davanti a lui, durante un meeting a Nuova Delhi nel 2015, siede Al Gore. L’ex vicepresidente degli Stati Uniti torna protagonista in “Una scomoda verità 2”, sequel del film che nel 2007 si è aggiudicato il Premio Oscar per il Miglior Documentario.

Nel riproporre un decennio dopo le battaglie di Gore contro il negazionismo ambientale e il suo impegno per contrastare il cambiamento climatico, i registi Bonni Cohen e Jon Shenk fissano l’attenzione del pubblico sugli importanti cambiamenti sociali che hanno investito il nostro pianeta in questi anni. E il tema delle nazioni in via di sviluppo è uno dei principali.

India tra sostenibilità e crescita nel film di Al Gore

Dopo 150 anni di rivoluzioni industriali e sfruttamento dei territori da parte di Stati Uniti e Europa, ci vuole coraggio adesso ad andare da paesi come India e Brasile e dire loro che le regole del gioco sono cambiate, che ora lo sviluppo deve essere, ancora prima che rapido, sostenibile. Eppure Al Gore ci prova, e in qualche modo ci riesce.

Il film documenta il ruolo giocato dal vicepresidente nello storico accordo raggiunto durante la Cop21la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, a Parigi nel 2015 (resa tristemente nota dal violento attentato terroristico che ha colpito la città): il più grande prestito mai concesso a una nazione in via di sviluppo per la costruzione di un’infrastruttura a energia solare.

Una scomoda verità
Al Gore in elicottero sorvola la Groenlandia, Una scomoda verità 2, Paramount Pictures e Participant Media

L’India, terzo paese al mondo per emissioni di anidride carbonica (dopo Cina e Stati Uniti), dipende ancora dal carbone per assicurare il 65% dell’energia alla sua popolazione di 1,25 miliardi, 300 milioni dei quali vivono ancora senza accesso all’elettricità. D’altro canto, come Al Gore spiega con chiarezza nel film, nei paesi in via di sviluppo le lobby dei combustibili fossili sono politicamente meno influenti che in Occidente: convertirsi all’energia rinnovabile, quindi, è paradossalmente persino più semplice.

Una scomoda verità 2 mostra gli avvincenti negoziati per giungere all’accordo di Parigi. Nei giorni delle trattative, oltre che dagli attentati nella capitale francese, le decisioni della politica sono state condizionate dalle immagini delle violente inondazioni che hanno letteralmente sommerso la città indiana di Chennai.

I costi umani del cambiamento climatico

Se in Una scomoda verità (guarda il trailer) già veniva accennato ciò che avrebbe comportato per l’umanità il non tenere conto del cambiamento climatico, la portata della minaccia in questo film del 2017 è ormai tangibile e inquietante. Nel caso in cui lo scioglimento dei ghiacciai e il reale rischio di distruzione per interi ecosistemi non fosse un argomento abbastanza convincente, il documentario rende conto delle prove scientifiche che dimostrano come un gran numero di crisi internazionali siano legate al cambiamento climatico.

Una scomoda verità
Al Gore con Alfred Romualdez, sindaco di Tacloban City (Filippine), Una scomoda verità 2, Paramount Pictures e Participant Media

La perdita della biodiversità porta gravi squilibri tra le specie, con migrazioni di insetti e microrganismi e la conseguente diffusione di pandemie. Come nel caso del virus Zika, che si è rapidamente diffuso anche a latitudini impensabili.

Con l’aumento delle temperature, inoltre, la siccità diventa un problema sempre più urgente che porta alla distruzione delle colture e dunque a carestiemalnutrizione. Tempeste e uragani sono sempre più frequenti, specie nella fascia tropicale del pianeta, e causano perdite disastrose in termini di vite umane e danni economici. 

«Dovrebbero esserci 21 gradi ma si gela qui dentro. Il famoso riscaldamento globale dov’è? Oggi ci servirebbe!».

Allo scetticismo e all’ironia del presidente Donald Trump, fanno da contraltare nel documentario le immagini dei profughi ambientali che in Siria, ancora prima della guerra, fuggivano dalla peggiore siccità da 900 anni a questa parte. O che nelle Filippine si lasciavano alle spalle città accartocciate dai cicloni.

In Una scomoda verità 2 viene mostrato con chiarezza come i cambiamenti del clima finiscano per ridefinire le geografie del mondo fino a condurre a imponenti migrazioni: una stima delle Nazioni Unite del 2015 parla di 15 milioni di persone in fuga da zone della Terra rese ormai invivibili, mentre altri studi dicono che la cifra era già salita nel 2016 a oltre 24 milioni di profughi ambientali.

Una scomoda verità 2: i progressi della sostenibilità

Lo scenario mostrato nel film non fa venire voglia di essere troppo ottimisti. Eppure dal 2007 a oggi qualche traguardo è stato raggiunto e molti altri sembrano essere in arrivo. Sono numerose ormai le città che in tutto il mondo puntano ad alimentarsi per il 100% con fonti rinnovabili: negli Usa località del Missouri, del Kansas, del Vermont; in Europa, in Germania un terzo dell’elettricità è prodotta da fonti rinnovabili; in Cile crescono a dismisura gli investimenti nel campo delle rinnovabili (da 11 megawatt di energia solare nel 2013 si è passati a 850 nel 2015).

Una scomoda verità
Al Gore e il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, alla Conferenza di Parigi sul Clima (2015), Una scomoda verità 2, Paramount Pictures e Participant Media

L’aspetto più interessante è che le fonti rinnovabili sembrano interessare soprattutto i paesi in via di sviluppo. Come ha dimostrato l’accordo di Parigi per l’India, le nazioni prive di reti elettriche efficienti e di importanti industrie di combustibili fossili sono le più propense a passare al solare e all’eolico: nel film Al Gore paragona questo fenomeno a ciò che in passato ha portato paesi dell’Africa e dell’Asia ad adottare più facilmente la telefonia mobile delle reti telefoniche fisse.

Un momento storico, che non a caso costituisce l’avvincente parte centrale di Una scomoda verità 2è stata proprio la conferenza di Parigi del dicembre 2015195 nazioni in tutto il mondo hanno concordato misure importanti per ridurre le emissioni di gas serra entro il 2030 e si sono impegnate per la conservazione di ecosistemi, foreste, mari e deserti. Il prestito ottenuto dall’India ha aperto la strada a sempre maggiori sostegni economici per la realizzazione e l’adattamento di impianti per l’energia rinnovabile nei paesi in via di sviluppo.

«Non credete a chi vi dice che prenderemo un razzo e andremo su Marte: casa nostra è questa, la Terra».

In uno dei discorsi mostrati nel film, Al Gore ricorda che, mentre esploriamo nuove parti dell’universo, è ora di iniziare ad abitare questo pianeta come se fosse casa nostra. Soprattutto per chi aveva apprezzato dieci anni fa Una scomoda verità, questo nuovo film è un documento più che interessante. Bonni Cohen e Jon Shenk rendono lo spettatore partecipe di un mondo che cambia forma, colore e aspetto: vedere sul grande schermo quanto veloce sia questo cambiamento ci fa sentire piccoli, è vero, ma anche protagonisti. 

“Una scomoda verità 2” (An inconvenient sequel: Truth to Power, Stati Uniti, 100′) è distribuito da 20th Century Fox. Arriva in sala il 31 ottobre 2017.

Leggi anche:
Profughi ambientali in cerca di protezione

Cinema e migrazioni:
Serbia: 1.500 migranti in un documentario
Noi, i Neri: Senegal e ritorno in 90 minuti

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.