Immigrazione: diritti violati al Brennero

Diritto alla presentazione della richiesta di asilo negato, controlli discriminatori e odissee infinite: il nuovo rapporto di "Antenne migranti" spiega che cosa sta succedendo ai migranti lungo la rotta del Brennero

Sulla rotta del Brennero i migranti spesso non hanno la possibilità di formalizzare la richiesta di protezione internazionale. Un diritto che è riconosciuto loro dalle norme internazionali. Inoltre, i controlli alla stazione del treno avvengono in base ai tratti somatici. Una forma di discriminazione vietata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.

È quanto emerge da “Lungo la rotta del Brennero”, un rapporto pubblicato nei giorni scorsi che è frutto del progetto di monitoraggio “Antenne migranti” in collaborazione con la fondazione Alexander Langer. Un’attività iniziata lo scorso gennaio per verificare il rispetto dei diritti dei migranti lungo la rotta del Brennero e prevenire eventuali violazioni. Il lavoro è stato condotto col sostegno degli avvocati dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi).

Sotto la lente dei giuristi sono finite, in particolare, le dinamiche di interazione tra le forze dell’ordine e i migranti presenti nelle stazioni, le modalità di accesso alla procedura di protezione internazionale e all’accoglienza e la situazione di alcuni centri di Bolzano.

Dall’Eritrea a una panchina di Bolzano: la storia di Isaias

Tra le storie raccolte nel documento c’è quella di Isaias. L’uomo proviene dall’Eritrea. È arrivato in Italia a maggio di quest’anno. Sbarcato sulle coste siciliane, è stato trasferito in un centro di accoglienza in provincia di Latina. Essendo di nazionalità eritrea, l’uomo avrebbe avuto diritto ad accedere direttamente alla procedura di relocation, cioè al piano di redistribuzione della Commissione europea che prevedeva il ricollocamento dall’Italia verso gli altri Stati membri di quasi 40.000 persone (secondo il bollettino statistico giornaliero del Viminale, però, finora sono stati trasferiti poco più di 8.400 profughi).

Isaias ha abbandonato la struttura dove era ospitato a luglio. È andato prima a Ventimiglia, dormendo come altre persone sui sassi nel letto del fiume Roja. Poi ha provato a passare il confine, a piedi, lungo i sentieri di montagna, prima di arrivare in Francia ed essere respinto indietro dalle forze dell’ordine francesi.

Stessa conclusione quando ha provato ad andare in Germania, questa volta in treno. È stato respinto indietro dalla gendarmeria tedesca, ricacciato verso il confine austriaco di Gries am Brenner. Qui la polizia austriaca, dopo aver portato l’uomo in caserma e avergli confiscato il telefono, lo ha caricato su un pulmino, accompagnandolo in stazione, a Gries, dove era in partenza il treno per l’Italia.

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Stazione dei treni del Brennero – Foto: Thomas Naas (via Flickr)

Adesso Isaias dorme su una panchina a Bolzano, avendo perso il diritto a un posto nel sistema di accoglienza. Non solo. Per essersi spostato temporaneamente in altri paesi europei, non può più neppure accedere alla procedura di relocation e dovrà quindi restare in Italia. Visto che proviene dall’Eritrea, con tutta probabilità gli sarà concessa la protezione internazionale, ma non potrà contare su alcun tipo di aiuto.

Immigrazione, i controlli della polizia al Brennero

Si è scoperto, in primo luogo, che la polizia italiana controlla tutti i treni in uscita dall’Italia e l’attuazione delle riammissioni. Una decina di poliziotti ispeziona ogni giorno il binario dove si fermano gli Eurocity con direzione Monaco di Baviera. Durante la sosta al Brennero, la polizia sale a bordo e controlla ogni carrozza del treno insieme alle forze di sicurezza austriache, che si sistemano di solito nell’ultima carrozza. Obiettivi e modus operandi dei due corpi sono identici: controllare solo persone con tratti somatici non riconosciuti come europei.

Un’ attività di controllo, riferiscono i ricercatori dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, «in violazione dell’art. 14 della CEDU (Corte europea dei diritti dell’uomo, ndr) che vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche».

Le persone fermate con i controlli effettuati su treni in uscita dall’Italia che vengono trovate in possesso di permesso di soggiorno regolare, ma non di titolo di viaggio valido per l’espatrio, vengono invitate a scendere e a prendere un treno verso sud, direzione Bolzano.

I migranti privi di permesso di soggiorno, invece, sono accompagnati nella questura più vicina per essere sottoposti al fotosegnalamento e ricevere l’invito a presentarsi nella questura di Bolzano per regolarizzare la propria posizione. Dopo l’avvio di questa procedura, poi, le persone sono riportate in stazione.

Dall’altra parte del confine, invece, le forze di sicurezza austriache, quando intercettano su treni locali o in auto una persona priva di documenti idonei, procedono con l’identificazione e il fotosegnalamento nella gendarmeria più vicina, ovvero Gries am Brenner. Se la persona è stata intercettata su treni a lunga percorrenza, invece, la sua destinazione finale sarà Innsbruck.

Impossibile chiedere la protezione internazionale

In ogni caso, dicono i giuristi di Asgi, quel che conta è che «alle persone fermate non viene permesso di fatto di formalizzare la richiesta di protezione internazionale, nemmeno nel caso in cui questo sia stato manifestato verbalmente in modo chiaro e inequivocabile». E, ancora, raccontano gli avvocati, citando le testimonianze dei migranti:

«Le forze dell’ordine austriache applicano ai migranti fermati delle multe, senza un provvedimento scritto in cui siano riportate le ragioni dell’ammenda».

Si sa soltanto che l’importo da pagare può variare e che il criterio è quello di adattare l’importo della sanzione al quantitativo di soldi che la persona ha con sé. Non soltanto. In caso di mancanza di contanti, la polizia procede al sequestro degli oggetti di proprietà del migrante, che così sono tenuti in garanzia fino all’avvenuto pagamento.

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