In Italia da sempre, ma niente cittadinanza

Storia di Ren Ruiz: nato e cresciuto a Milano, lotta con la burocrazia per i documenti

Ren Ruiz Sarmiento, classe 1997, è nato a Milano da genitori filippini. Nel capoluogo lombardo ha frequentato le scuole dell’obbligo e ha sempre vissuto. Per legge potrebbe chiedere al Comune la cittadinanza al compimento del diciottesimo anno di età. Ma ormai da quasi due anni sta combattendo per ottenerla.

All’anagrafe Ren Ruiz non risulta più residente a Milano dal 2013 e per questo il Comune si dichiara «non competente» a concedergli la cittadinanza. Un errore unico nel suo genere? Non proprio, a quanto pare.

«Non è un caso isolato. Purtroppo capita spesso che ci siano disguidi burocratici di questo genere. E rischiano di non ottenere la cittadinanza, anche se comunque ne hanno diritto», dice Livio Neri, l’avvocato che sta seguendo la sua causa.

Odissea cittadinanza

La storia di Ren Ruiz è molto semplice. Fino all’età di 14 anni era iscritto nel permesso di soggiorno della madre e risultava quindi residente con i genitori. Dopo il quattordicesimo anno di età, i suoi genitori avrebbero dovuto chiedere in questura un permesso di soggiorno solo per lui. Una formalità, visto che Ren Ruiz aveva comunque diritto a vivere in Italia con i genitori. Ma non l’hanno fatto. Forse perché non lo sapevano, forse per distrazione.

Poco tempo dopo, inoltre, i genitori di Ren Ruiz decisero di tornare nelle Filippine, affidano il figlio a uno zio.

Il comune di Milano, a quel punto, non avendo più traccia di lui, lo ha cancellato dall’anagrafe «per irreperibilità». Circostanza che il giovane filippino ha scoperto in seguito, quando, compiuti i 18 anni, è andato a chiedere la cittadinanza.

«Io mi sento italiano, qui a Milano ho i miei amici, qui ho studiato e qui lavoro. È da circa 10 anni che non vado nelle Filippine, per me è solo il luogo d’origine della mia famiglia e ci sono stato solo durante le vacanze», sottolinea Ren Ruiz.

Il ricorso al Tar

Ora il ragazzo dovrà fare ricorso al Tar e dimostrare che è sempre stato residente in Italia, anche se all’anagrafe risulta un buco di circa tre anni. Tra la documentazione che allega c’è anche un attestato del suo medico di base con le date in cui l’ha visitato o gli ha prescritto dei medicinali.

«L’iscrizione all’anagrafe non è l’unico requisito che attesta di essere residente in un luogo. Dalla frequenza scolastica ai certificati medici, tutto può essere utilizzato per dimostrare che non solo si è nati ma anche cresciuti in Italia. E quindi per Ren Ruiz il diritto ad ottenere la cittadinanza non viene meno», sottolinea l’avvocato Neri.

Comunque vada a finire, la storia di Ren Ruiz, che non è un caso isolato, dimostra che una nuova legge sulla cittadinanza che riconosca come italiani chi nasce o chi cresce in Italia potrebbe permetterebbe di superare questi ostacoli burocratici che complicano la vita dei diretti interessati e vanno ad appesantire l’amministrazione pubblica del nostro paese.

(fonte: Redattore Sociale)

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