I rom salgono sul palco di Cannes
Applausi per la prima del film di Jonas Carpignano "A Ciambra" sui rom di Gioia Tauro
Dieci minuti di applausi alla Quinzaine del Festival di Cannes per la prima del film “A Ciambra” di Jonas Carpignano che ha come protagonisti un gruppo di cittadini rom di Gioia Tauro, in Calabria. La pellicola è finanziata dal progetto LuCa della Calabria Film Commission ed è coprodotto da Martin Scorsese.
Personaggio principale del lungometraggio è il giovanissimo Pio Amato che con la sua famiglia vive nel quartiere chiamato “A ciambra” di Gioia Tauro, un vero e proprio ghetto abitato dalla popolazione rom. Pio vuol dimostrare agli adulti della famiglia e della bidonville dove abita che è ormai capace di fare le stesse cose che fanno loro, ovvero vivere di espedienti e di illegalità. Non esita a fare alleanze anche con una famiglia della ‘ndrangheta per riuscire a fare vedere che ormai è grande e non ha paura di nulla. Nella vita del ragazzo entra anche la figura del giovane marocchino Ayiva che vive a Rosarno e con cui vivrà emozioni e momenti molto forti della sua vita.
“A ciambra” è stato girato in circa tre mesi a Gioia Tauro e nei dintorni della piana omonima. I personaggi parlano il dialetto calabrese.
Racconta il regista:
«Quando sono arrivato a Gioia Tauro ho conosciuto la popolazione rom e mi sono innamorato del loro mondo, delle loro tradizioni. Così ho iniziato a pensare al film, ma sempre rispettando la loro lingua originale, il dialetto. Era impensabile girarlo in altro modo».
Carpignano, 31 anni, è cresciuto tra Roma e New York ed aveva già realizzato di recente un corto sempre su queste tematiche, dal titolo “A chijana”. Tutto è iniziato nel 2010 con la rivolta degli immigrati di Rosarno, quando Carpignano è andato sui luoghi della protesta nella piana gioiese. Dopo aver toccato con mano il disagio provato dai migranti, ha deciso di realizzare una prima opera sulle problematiche relative all’immigrazione e all’integrazione dei migranti.
«Sono sempre stato sensibile alla questione razziale, ai problemi dell’immigrazione – spiega – aver vissuto tanto tempo a Rosarno e Gioia Tauro mi ha permesso di conoscere bene le persone che poi sono diventate i personaggi dei miei film». Su Martin Scorsese, Carpignano sottolinea: «L’ho incontrato durante il montaggio del mio film; sul mio lavoro mi ha dato delle vere e proprie lezioni».
Gli applausi dopo la proiezione alla Quinzaine des Réalisateurs, suggellano un successo che lancia il film a livello internazionale. «La mia soddisfazione più grande – commenta Carpignano – è stato vedere i rom sul palco di Cannes: la loro gioia è stata la mia. Un’emozione unica». (Redattore Sociale)