Bambini «brutalizzati» da Boko Haram

L'Onu denuncia «orrori indicibili» e l'uccisione di almeno 3.900 bambini in Nigeria

«I bambini nel nord-est della Nigeria continuano a essere brutalizzati in seguito alla rivolta di Boko Haram nella regione e al conseguente conflitto, il primo di questo genere». La scena descritta dalle Nazioni Unite parla chiaro. Il nuovo Rappresentate speciale del segretario generale per Bambini e conflitti armati, Virginia Gamba, ha dichiarato che Boko Haram «ha inflitto orrori indicibili ai bambini del nord-est della Nigieria e dei paesi vicini». Il gruppo terrorista è accusato di usare tattiche che includono «reclutamento diffuso, rapimenti, violenze sessuali, attacchi alle scuole e un crescente uso di bambini nei cosiddetti attacchi “suicidi”».

Un recente report del Segretariato generale dell’Onu su bambini e conflitti armati in Nigeria, in particolare, documenta l’impatto sui ragazzi del grave deterioramento della sicurezza e della situazione umanitaria nel paese da inizio 2013 fino a dicembre 2016. Durante questo periodo, secondo il documento sarebbero stati uccisi come minimo 3.900 bambini e altri 7.300 avrebbero subito menomazioni proprio a causa degli attacchi di Boko Haram contro le comunità e i confronti armati tra il gruppo e le forze di sicurezza. Questo report arriva a poche settimane di distanza da quello diffuso dall’Unicef sui bambini-bomba sul lago Ciad.

Boko Haram tra Nigeria, Camerun, Ciad e Niger

Le Nazioni Unite denunciano che «gli attacchi suicidi sono diventati la seconda maggiore causa di incidenti con bambini, contando oltre mille morti e 2.100 ferimenti nel periodo considerato». L’Onu dichiara di avere verificato l’uso di 90 bambini come bombe in Nigeria, Camerun, Ciad e Niger. Nella maggior parte dei casi si trattava di bambine.

Ma non è tutto. L’organizzazione ha stabilito che per lo meno 1.650 ragazzi sono stati reclutati e utilizzati nei combattimenti. Stando alle testimonianze di bambini che sono riusciti a sfuggire a Boko Haram, molti sono stati sequestrati, mentre altri si sono uniti al gruppo a causa di incentivi economici, pressioni da parte di coetanei, legami familiari e per ragioni ideologiche. In alcuni casi è stato documentato anche che gli stessi genitori hanno dato i loro figli al gruppo terroristico per ottenere sicurezza o per ottenerne un guadagno economico.

I ragazzi sono stati utilizzati in vari modi. Alcuni, per esempio, sono stati mandati a combattere, mentre altri hanno dovuto sistemare esplosivi negli edifici per bruciare scuole o case. Gli edifici scolastici, in particolare, sarebbero tra gli obiettivi preferiti di Boko Haram: le Nazioni Unite stimano che siano state distrutte 1.500 scuole a partire dal 2014, con almeno 1.280 incidenti tra professori e studenti.

L’altra faccia della medaglia

L’Onu si dice preoccupata anche per il tipo di controffensiva lanciata contro il gruppo terroristico. Ci sarebbero accuse, per esempio, di omicidi extra-giudiziali. In particolare le Nazioni Unite hanno documentato il reclutamento e l’uso di 228 bambini, compresi alcuni di appena 9 anni, da parte della Civilian Joint Task Force (Cjtf), creata nello stato del Borno per dare sostegno alle forze di sicurezza nigeriana. I ragazzi sarebbero stati usati principalmente per raggiungere obiettivi di intelligence, in operazioni di ricerca, ronde notturne, controlli di massa e posti di controllo.

A questo punto le Nazioni Unite chiedono a tutte le parti in causa il rispetto del diritto umanitario internazionale, della legge sui diritti umani e sui rifugiati e protezione ai civili nel corso dei conflitti a fuoco.


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