Leader dei Sem Terra ucciso in Brasile
Silvino Nunes Gouveia è stato ammazzato per le sue lotte in difesa del diritto alla terra
Duro colpo ai difensori dei diritti brasiliani. Nei giorni scorsi, infatti, è stato ucciso Silvino Nunes Gouveia, un dirigente regionale del Movimento dei lavoratori rurali senza terra (Mst), uno dei gruppi più battaglieri del paese sul fronte della difesa per il diritto alla terra e il cambiamento sociale (esiste dal 1984). Proprio a causa delle sue lotte, il movimento dei Sem Terra è già stato colpito più volte nel corso degli anni dai grandi latifondisti brasiliani attraverso uccisioni, minacce, demolizioni di insediamenti.
Lo scorso 23 aprile, Nunes Gouveia si trovava nella sua casa, nell’Assentamento Liberdade, un villaggio nella città di Periquito, nella valle del Rio Doce, nello stato brasiliano di Minas Gerais. A un certo punto qualcuno ha chiamato l’uomo, che è uscito, incontrando così i suoi assassini, che hanno sparato dieci colpi contro di lui e sono quindi riusciti a fuggire in macchina.
In seguito all’omicidio del leader del movimento sociale locale, gli abitanti della zona hanno protestato e manifestato per le strade contro l’insicurezza e gli attacchi diretti contro le persone che lottano per avere un pezzo di terra (foto in alto).
Nel paese latinoamericano, infatti, il tenore degli scontri tra i grossi proprietari terrieri, i cosiddetti fazendeiros, e chi è alla ricerca di un terreno da coltivare, è in costante crescita da quando hanno cominciato a diffondersi nel paese l’agrobusiness, i grandi allevamenti di bestiame e le piantagioni intensive. In altre parole, le violenze sono aumentate di pari passo all’aumento degli interessi economici legati alla terra.
L’ONU PRENDE POSIZIONE
L’ufficio brasiliano delle Nazioni Unite ha rilasciato subito una nota in cui ha dichiarato di «aver ricevuto con grande preoccupazione la notizia dell’assassinio di Silvino Nunes Gouveia», di «confidare che le autorità brasiliane investigheranno, processeranno e puniranno gli autori dell’omicidio» e di «essere solidale con i familiari e gli amici della vittima».
Il comunicato dell’Onu locale, inoltre, «sottolinea la rilevanza del lavoro svolto dalle difensore e dai difensori dei diritti umani nella promozione dello sviluppo e della realizzazione dei diritti umani nel paese». Per questo, «è necessario che le istituzioni garantiscano tutte le condizioni per la realizzazione di questo lavoro in sicurezza in qualunque comunità e in qualunque parte del paese».
L’ANALISI DI FRONT LINE DEFENDERS
Secondo Front Line Defenders, un influente gruppo fondato a Dublino nel 2001 con l’obiettivo di proteggere i difensori dei diritti in pericolo, «la violenza contro i difensori dei diritti in Brasile ha subito una escalation con la crisi politica ed economica in corso». E le prospettive per il futuro sembrano non essere buone. «La situazione è di particolare preoccupazione visto che uno dei primi atti del nuovo governo ad interim è stato quello di smantellare il ministero delle Donne, della uguaglianza razziale e dei diritti umani».
Quest’anno, «dopo la pressione esercitata da diversi settori», continua Front Line Defenders, «il governo ha creato il ministero dei Diritti umani, con un mandato limitato». Inoltre, attacca l’organizzazione, «politici d’alto profilo nel paese hanno fatto diverse dichiarazioni negative contro movimenti della società civile e organizzazioni, suggerendo che le loro azioni siano di natura criminale». E il ministro della Giustizia, circa un anno fa, era arrivato a definire «tattiche di guerriglia» alcune manifestazioni di piazza contro l’impeachment dell’ex presidente, Dilma Roussef.
Politici a parte, l’organizzazione «condanna l’omicidio del difensore dei diritti, Silvino Nunes Gouveia, e crede che l’atto è stato compiuto esclusivamente a causa della sua difesa del diritto alla terra in Brasile».
LE RICHIESTE
In seguito all’omicidio, Front Line Defenders ha anche presentato quattro richieste urgenti alle autorità del paese.
In primo luogo, l’organizzazione chiede che l’assassinio sia condannato pubblicamente e che le investigazioni in corso sui fatti siano «accurate e imparziali, con lo scopo di portare i responsabili alla giustizia secondo gli standard internazionali».
La seconda richiesta è quella di «prendere tutte le misure necessarie a garantire l’integrità fisica e psicologica e la sicurezza dei membri della famiglia di Silvano Nunes Gouveia, così come quella degli altri residenti dell’Assentamento Liberdade».
Front Line Defenders pretende poi che siano prese misure «per assicurare che ufficiali governativi o altre figure pubbliche si astengano dal fare dichiarazioni o stigmatizzino il lavoro dell’Mst e altri difensori dei diritti umani nel paese».
La quarta e ultima richiesta, infine, è quella di «garantire in tutte le circostanze che tutti i difensori umani in Brasile siano in grado di portare avanti le proprie legittime attività sui diritti umani senza la paura di rappresaglie e liberi da qualunque restrizione».