La libertà d’espressione si fa festival
Presentata la 2a edizione del Festival dei diritti umani di Milano. Si svolgerà dal 2 al 7 maggio
La libertà d’espressione è al centro del Festival dei diritti umani di quest’anno, in programma dal 2 al 7 maggio alla Triennale di Milano. La manifestazione mira a sensibilizzare verso il tema dei diritti umani e lo slogan scelto per questa seconda edizione è “Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche”.
In agenda ci sono appuntamenti di tutti i tipi: incontri con gli studenti, proiezioni di documentari e lungometraggi, mostre, convegni, dibattiti e dialoghi con intellettuali e studiosi italiani e internazionali. Si parlerà di diritti negati e riconquistati, di soprusi e di battaglie per contrastarli. E ci sarà la possibilità di ascoltare testimonianze, storie di denuncia e di speranza.
Sono sei le parole chiave scelte dagli organizzatori per orientarsi tra le tante proposte: EDU, con una programmazione dedicata agli studenti delle scuole superiori; DOC, con i documentari in concorso, a cura di Sole Luna Doc Film Festival; TALK, cioè dibattiti, lezioni e racconti in prima persona; FILM, che promette «il cinema su grandi temi dalle rassegne internazionali»; BOOK, per incontrare gli autori dei libri presentati; FOTO, ossia una mostra con gli ultimi scatti di Andrea Rocchelli, il fotografo ucciso in Ucraina nel 2014 con Andrej Mironov, e “Behind Zika Virus”, un progetto fotografico sulla diffusione del virus Zika in Sud America.
La manifestazione, in altre parole, cercherà di affrontare con varie modalità il complesso tema scelto per questa edizione. Anche perché, come sostiene il direttore del Festival, Danilo De Biasio, «la libertà d’espressione è fatta di parole e azioni, di inchiostro e bombolette spray, di ricerca artistica e comportamenti individuali».
E il pericolo di comprimere questo diritto può arrivare in vari modi. «Si può negare la libertà di espressione chiudendo giornali, radio, tv, siti internet; o addirittura uccidendo, come succede nei regimi dispotici, che siano essi secolari o teocratici», dice De Biasio (su questo argomento leggi Otto colpi zittiscono il Messico e Condor minaccia ricercatrice italiana). Che mette in guardia: «Nelle democrazie ci sono formule più subdole: quando, ad esempio, gli esponenti politici storpiano i nomi di uomini e cose, quando canalizzano l’odio utilizzando anche una torsione retorica del linguaggio. L’obiettivo è raggiunto: non ci sono più persone ma “clandestini”, non ci sono più fenomeni ma “emergenze”, non ci sono più opinioni diverse ma “nemici”».
In breve, dunque, la manifestazione ha scelto questo tema ricordandosi che «la libertà d’espressione riguarda dunque tutti gli individui, non fa distinzioni tra uomini e donne, tra chi è cittadino e chi non ha ancora i documenti per esserlo. La libertà d’espressione non ha frontiere, soprattutto nel mondo attuale, dove tutto sembra stare nel piccolo schermo di un computer o di uno smartphone».
Il Festival dei diritti umani è organizzato da Reset-Diritti Umani, con il patrocinio della presidenza della Camera dei deputati, del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, della Città metropolitana di Milano, del Comune di Milano, dell’ordine degli Avvocati di Milano e di Amnesty International. Il comitato di coordinamento e direzione è composto da Paolo Bernasconi, Giancarlo Bosetti e Danilo De Biasio.