Stretta Ue su minerali insanguinati

Nuovo regolamento obbliga importatori di oro, stagno, tungsteno, tantalio a controllo fornitori

Finanziare gruppi armati e violare diritti umani commerciando minerali provenienti da zone in guerra presto sarà più difficile. Lo scorso 16 marzo, infatti, il Parlamento Ue ha approvato un regolamento che obbliga gli importatori europei di stagno, tungsteno, tantalio e oro, esclusi quelli di dimensioni più piccole, a effettuare controlli per garantire che gli obblighi di responsabilità siano rispettati dai propri fornitori. I produttori più grandi, inoltre, dovranno indicare come intendono monitorare le loro fonti per assicurare il rispetto delle norme. Il progetto di regolamento è stato approvato con 558 voti a favore, 17 contrari e 45 astensioni.

La normativa sui “minerali dei conflitti” è stata approvata dopo che i deputati hanno convinto i ministri Ue che i controlli per verificare il rispetto delle norme, basate sulle linee guida dell’Ocse, devono essere obbligatori per gli importatori di questi materiali dalle zone di conflitto ad alto rischio. Prima dei negoziati del novembre 2016, infatti, la Commissione e il Consiglio dell’Unione europea avevano proposto che i controlli fossero solo volontari. A questo punto, invece, gli Stati membri dovranno assicurarsi che le aziende rispettino queste norme. Ne saranno esentati solo i materiali riciclati e i piccoli importatori, come dentisti e gioiellieri, che rappresentano circa il 5% delle importazioni, per non imporre oneri burocratici eccessivi.

Nel corso dei negoziati, inoltre, il Parlamento è riuscito a ottenere l’impegno che le grandi imprese dell’Ue, ossia quelle con più di 500 dipendenti, che acquistano stagno, tantalio, tungsteno e oro da utilizzare nei loro prodotti, saranno incoraggiate a riferire le loro fonti di approvvigionamento e entreranno a far parte di un registro Ue.

Il regolamento stabilisce che gli attuali sistemi di controllo del settore saranno utilizzati per evitare doppi oneri, ma il Parlamento ha assicurato che questi sistemi saranno controllati regolarmente, in modo da mantenere elevati standard che siano coerenti con le linee guida dell’Ocse.

La Commissione europea dovrà revisionare regolarmente l’efficacia della nuova legge, sia il suo impatto sul terreno sia il livello di rispetto da parte delle imprese europee. Potrebbe inoltre dover proporre misure obbligatorie complementari qualora l’applicazione della due diligence da parte delle imprese si dovesse rivelare insoddisfacente.

Una volta che anche il Consiglio l’avrà approvato, l’accordo sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Gli obblighi di responsabilità si applicheranno dal 1° gennaio 2021 per dare tempo agli Stati membri di nominare le autorità competenti e agli importatori di acquisire familiarità con i loro nuovi obblighi.

IL CONTESTO

I Paesi ricchi di minerali e afflitti da conflitti devono affrontare un circolo vizioso, dove le entrate provenienti da risorse estratte illegalmente alimentano le rivolte armate. Il regolamento si applica a tutte le zone del mondo colpite da conflitti e ad alto rischio, tra le quali la Repubblica democratica del Congo e la regione dei Grandi Laghi sono gli esempi più lampanti. Gli esperti redigeranno un elenco non esaustivo delle zone, ma il Paese di origine non è l’unico indicatore: le informazioni sul transito o su di un fornitore irresponsabile dovrebbero anche indurre a un controllo dei precedenti.

Stagno, tantalio, tungsteno e oro sono utilizzati nella produzione di molti dispositivi ad alta tecnologia, nell’industria automobilistica, dell’elettronica, aerospaziale, imballaggio, costruzione, illuminazione, macchine industriali e utensili, così come in gioielleria. Gli obblighi di responsabilità sono definiti dalle linee guida internazionali dell’Ocse per aiutare le aziende a rispettare i diritti umani ed evitare di contribuire al conflitto attraverso il loro commercio di minerali. Attualmente, queste linee guida sono solamente delle raccomandazioni.

«Il nuovo regolamento ha la possibilità di cambiare le vite delle popolazioni in conflitto», ha dichiarato il relatore Iuliu Winkler (Partito popolare europeo, Romania), ma il sistema «funzionerà solo se applicato sul campo, se resta flessibile e se tutte le parti interessate continuano a imparare e agiscono in modo responsabile». Secondo il presidente della commissione per il Commercio internazionale, Bernd Lange (Socialisti e Democratici, Germania), «non possiamo far finta di non vedere i danni che noi causiamo in altre parti del mondo. Queste norme hanno posto le basi per uno strumento in grado di spezzare il legame tra conflitti, abusi dei diritti umani e il consumo quotidiano di prodotti».

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