“Teatro in carcere” parte da Pesaro

La rassegna nazionale prevede spettacoli in tutta Italia dal 20 marzo al 30 aprile

Più di 100 prigioni e quaranta esperienze teatrali sono coinvolte nella quarta edizione della giornata nazionale “Teatro in carcere” del 27 marzo, che si tiene in concomitanza con la giornata mondiale del Teatro. Per l’occasione il coordinamento nazionale propone eventi e spettacoli in tutta Italia tra il 20 marzo e il 30 aprile. L’obiettivo è quello di cementare il rapporto tra il dentro e il fuori degli istituti penitenziari.

La rassegna comincia con un’anteprima nel carcere di Pesaro, lo spettacolo “Yo soy Rivera” della compagnia dell’università di Caldas, in Colombia, che racconta un’esperienza realizzata in una prigione colombiana. E nello stesso istituto penitenziario marchigiano, sempre il 27 marzo è in programma lo spettacolo “Amleto dei bassi” della compagnia dell’Altopiano.

Questa edizione si inserisce nel programma di collaborazione previsto dal Protocollo d’intesa sottoscritto nel 2013 e rinnovato nel 2016 insieme al ministero della Giustizia – Dap e all’università Roma Tre. Con la sottoscrizione del documento si condivide e si promuove l’idea che sia importante cercare in modo organico una pratica più consapevole delle arti sceniche negli istituti penitenziari.

Il coordinamento nazionale Teatro in carcere è un organismo costituito da oltre 40 esperienze teatrali diffuse su tutto il territorio nazionale, con il sostegno del ministero della Giustizia – Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap).

All’edizione 2016 della giornata nazionale avevano aderito 59 istituti penitenziari, altre 10 istituzioni, ed erano stati realizzati 75 eventi in 17 regioni italiane, con una iniziativa nella Repubblica democratica del Congo, «ciascuno – si legge in una nota del Coordinamento – con la propria autonomia e la propria forza, sia all’interno che all’esterno delle carceri italiane in uno scambio tra “dentro e fuori” che evidenzia l’importanza di costruire ponti tra il carcere e il proprio territorio, utilizzando proprio l’arte del teatro».

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